Il deflagrare della crisi del Venezuela ha portato allo scoperta una delle tante contraddizioni del governo italiano, incapace di assumere decisioni univoche, stante la siderale distanza che divide i partners di governo su temi dirimenti,
"Sembra che ogni anno il presidente si svegli il giorno del discorso sullo stato dell'Unione con un improvviso desiderio di unità. Gli altri 364 giorni dell'anno, il presidente passa il suo tempo a dividerci", è il commento di Chuck Schumer, leader democratico del Senato, al termine del discorso sullo stato dell'Unione tenuto da Donald Trump di fronte alle camere riunite. Trump infatti ha cercato di porsi in un ruolo di unificatore, ma le tensioni politiche a Washington, alimentate dai suoi duri discorsi in materia di immigrazione, hanno reso il tentativo infruttuoso.
In Bosnia-Erzegovina vengono chiamati i figli invisibili.
A Caracas, nella manifestazione di ieri dei sostenitori del presidente auto proclamato Juan Guaidó, è stata data lettura di una lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui la comunità italo-venezuelana esprime "sorpresa e perplessità" per la posizione del governo italiano sulla crisi venezuelana e chiede che Roma riconosca Juan Guaidó come presidente legittimo.
"La maggioranza degli italiani qui vuole assolutamente un cambiamento, non ci spieghiamo per quale motivo il governo non ci appoggi in maniera chiara e netta. C'è un percorso costituzionale per arrivare alle elezioni, lo ha indicato Guaidò.
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la sospensione degli obblighi della Russia nell'ambito del Trattato per i missili nucleari a medio raggio, Inf, in risposta all'ultimatum di sei mesi dato dagli Stati Uniti che ieri ha annunciato esattamente la stessa misura, così come l'inizio del processo di ritiro del trattato, che si concluderà nell'agosto di quest'anno.
Un invito all'Italia "a fare la cosa giusta", perché "usare la scusa che ci potrebbe essere qualcosa di peggio di questo non è vero", è arrivato dall'autoproclamato presidente ad interim Juan Guaidò in un'intervista esclusiva al TG2.
Più di 6mila condanne a morte, per impiccagione, decapitazione e defenestrazione - senza risparmiare i bambini - sono state eseguite dallo 'Stato islamico' in Siria in quattro anni e mezzo di dominio di ampi territori del paese in guerra: lo riferisce oggi l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus).
Dall'annuncio del califfato a guida del 'califfo' Abu Bakr al Baghdadi, nel giugno del 2014, a oggi, l'Ondus ha documentato 6.209 esecuzioni capitali inflitte dall'Isis in Siria a civili, miliziani rivali, soldati governativi. Dei 6.209 uccisi dalla "giustizia jihadista" in 55 mesi, 3.691 sono civili. E di questi 128 sono minori tra cui bambini, e 180 donne. Le regioni coinvolte sono quelle investite dal 2013 a oggi dalla presenza dell'Isis: Dayr az Zor, Raqqa, Hasake, Aleppo, Homs, Hama, Damasco, e la zona rurale di Damasco.
L'Ondus ha contato 930 vittime tra gli arabi sunniti di cui oltre 200 membri della tribù Shaytat, e 223 curdi; 467 membri di al Qaida, fazione rivale dell'Isis; 691 membri dello stesso Isis accusati di "spionaggio" e "tradimento"; 1.358 militari governativi siriani e miliziani sciiti lealisti, tra cui Hezbollah e Pasdaran iraniani. Tra le vittime uccise si contano anche due soldati turchi
La Camera dei Comuni ha approvato con 317 voti a favore e 301 contrari l'emendamento presentato dal deputato conservatore, Graham Brady, che propone di sostituire, all'interno del testo di accordo sulla Brexit, il meccanismo di backstop con "soluzioni alternative per evitare un confine rigido" tra Ulter ed Eire. La premier Theresa May aveva chiesto ai parlamentari Tory di appoggiare questo emendamento, che ora le permetterà di andare a Bruxelles con il sostegno di Westminster per rinegoziare l'accordo di divorzio.
May ha confermato alla Camera dei Comuni l'impegno a cercare di riaprire i negoziati con l'Ue per ottenere garanzie "legalmente vincolanti". Negoziati che, ha precisato la premier, non saranno facili".
Ma da Bruxelles arriva un nuovo stop: "L'accordo di Brexit è e rimane il migliore e l'unico modo per garantire un ritiro ordinato del Regno Unito dall'Unione Europea. Il backstop è parte di questo contratto e non è aperto per la rinegoziazione", ha fatto sapere un portavoce del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
Seduta cruciale oggi alla Camera dei Comuni, dove si votano le linee che la premier Theresa May (foto) indicherà di voler seguire dopo la pesante bocciatura del Parlamento dell'accordo raggiunto con Bruxelles
“Il ministro della difesa Elisabetta Trenta (foto) ha dato disposizioni al Coi di valutare l’avvio di una pianificazione per il ritiro del contingente italiano in Afghanistan”. Lo riferiscono fonti della Difesa, aggiungendo che “l’orizzonte temporale potrebbe essere quello di 12 mesi”.