Abbiamo bisogno del disarmo in tutto il Paese, così da vivere tutti liberi dalle armi”. A parlare è Mathiang Dut Malual, leader del villaggio di Aluak-Luak, nella regione occidentale dei Grandi laghi, in Sud Sudan.
Il presidente del Parlamento europeo, nella seduta di oggi, intervenuto per sedare una lite su nazismo e comunismo ricordando che “queste due dittature sono scomparse grazie all'Unione europea” ha zittito il leader dello Ukip Nigel Farage che era scoppiato a ridere: “C’è poco da ridere, c’è da rispettare le idee degli altri anche se non si è d’accordo. Risus abundat in ore stultorum. Lei evidentemente è un nostalgico di qualche dittatura se non rispetta le opinioni degli altri”
L'aula ha applaudito, mentre Tajani ha guardato fisso Farage per circa 20 secondi.
O la Spd ottiene almeno il 20% in Assia, oppure sarà la fine della Grosse Koalitionen e, probabilmente, anche la fine politica di Angela Merkel.
Così Hubert Seipel – giornalista, documentarista e scrittore tedesco – riassume la posta in gioco, enorme, delle elezioni di domenica prossima 28 ottobre nel Land centro-occidentale, tra i più prosperosi della Germania.
'The Movement', il movimento per sostenere i populisti anti-Ue per le elezioni europee di maggio 2019, scalda i motori in vista del suo primo vertice che si terrà a metà gennaio a Bruxelles. Ad annunciarlo in un'intervista e EUobserver è stato il politico belga, Mischael Modrikamen (a destra nella foto con Bannon e Salvini), cofondatore del movimento insieme all'ex stratega del presidente Usa Donald Trump, Steve Bannon.
Al grido di “Auchan dégage”, “Auchan vattene”, commercianti, pescivendoli, ferramenta e bottegai sono scesi in piazza a Dakar (foto) per denunciare una concorrenza sleale da parte della catena francese di supermercati.
La Cina valuta "sbagliato da parte degli Stati Uniti uscire unilateralmente dallo storico trattato della Guerra Fredda che ha eliminato i missili nucleari dall' Europa": è il giudizio della portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, all'indomani dell'annuncio del presidente Donald Trump sull'Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (Inf), negoziato nel 1987 dal presidente Ronald Reagan e dal leader sovietico Michail Gorbaciov.
Quasi 700.000 persone, secondo gli organizzatori e il giornale The Indipendent, hanno partecipato alla manifestazione a Londra per chiedere un referendum sull'accordo finale sulla Brexit, ancora in corso di negoziato tra Londra e Bruxelles.
Accompagnata da un mite sole autunnale, la processione di manifestanti provenienti da tutto il Paese, arrivati a bordo di oltre 150 autobus, ha cominciato a marciare per il centro della capitale britannica a mezzogiorno, dirigendosi verso il Parlamento. Tra loro ci sono molti cittadini europei, rappresentati in particolare da "The3Million", un gruppo che difende gli interessi di circa 3,7 milioni di europei che vivono nel Regno Unito. Hanno risposto all'appello di "People's Vote", un movimento militante per un "voto popolare" che riunisce diverse associazioni pro Ue.
All'ultima manifestazione, a giugno, erano state radunate circa 100 mila persone e gli organizzatori speravano di superare il numero, con l'evento "più grande" e "più rumoroso" mai organizzato per il voto. Non sono numeri ufficiali ma Scotland Yard ha ammesso di non essere in grado di "calcolare il numero di persone che hanno partecipato" alla protesta
Difficilmente però la manifestazione riuscirà a convincere la premier Theresa May, fortemente contraria all'idea di riportare i cittadini alle urne per dire la propria sui negoziati che finora non sono andati molto bene. "Non ci sarà nessun secondo referendum, la gente ha votato", ha dichiarato May mercoledì, decisa a "concretizzare" il risultato del voto.
(ANSA/Agi/The Guardian)
“Le istituzioni globali non stanno lavorando per l’obiettivo ‘Fame Zero’, stanno lavorando per la fame”. Così Ramona Dominicioiu, leader contadina rumena, attivista dell’organizzazione internazionale ‘La via Campesina’, durante una conferenza stampa organizzata alla Camera da un gruppo di associazioni e ong.
Il presidente Donald Trump minaccia di chiudere la frontiera fra Usa e Messico mentre migliaia di migranti stanno compiendo una marcia nell'America Centrale, partitidall'Honduras, nella speranza di riuscire a entrare proprio negli Stati Uniti.
«Sono sempre di più quelli che, purtroppo, fanno parte di quel numero ingente di esseri umani che non hanno nulla, o quasi nulla, da mangiare» e che patiscono «gli strazianti e affilati artigli della fame e della malnutrizione». Nonostante questo «la solidarietà internazionale sembra raffreddarsi».