Europa e Geopolitica

Brexit, il parlamento britannico boccia per la seconda volta l’accordo di Theresa May

Il parlamento britannico ha bocciato l’accordo negoziato dalla premier Theresa May e l’Unione europea sulla Brexit. Nella serata di martedì 12 marzo 2019 a favore hanno votato 242 deputati, mentre 391 hanno votato contro. La premier Theresa May aveva incontrato nei giorni scorsi il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, per un accordo last minute sul backstop, la questione del confine tra Irlanda del Nord e Repubblica di Irlanda, stesso accordo già bocciato dal parlamento britannico lo scorso 15 gennaio 2019 leggermente modificato. I conservatori pro-Brexit e gli unionisti nordirlandesi del Dup avevano già annunciato di non appoggiare l’accordo sulla Brexit raggiunto con la Ue dalla premier Theresa May. Secondo gli unionisti nordirlandesi del Dup, da cui dipende la maggioranza al governo, nonostante le garanzie “legalmente vincolanti” sul backstop, “l’Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito potrebbero rimanere intrappolati” in questo meccanismo, dopo la Brexit. Della stessa opinione anche il Procuratore generale Cox, secondo cui, le intese raggiunte con Bruxelles non sono sufficienti per escludere il rischio che il Regno Unito rimanga intrappolato in modo indefinito e contro la sua volontà nel meccanismo del backstop, che assicura il mantenimento del confine aperto tra Irlanda e Irlanda del Nord, finché non verranno definite le relazioni future tra Londra e Bruxelles. Il governo May sarebbe obbligato a chiedere una proroga ai negoziatori europei, La palla passerebbe poi al Consiglio europeo che il prossimo 21 marzo dovrebbe decidere se accettare la richiesta di proroga della May. A quel punto le due parti avrebbero altro tempo per trovare un nuovo accordo soddisfacente per tutti. Il backstop, uno dei punti più complicati da risolvere in vista di Brexit, è la clausola che evita la creazione di una frontiera fisica tra Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord. Nell’accordo raggiunto tra May e Juncker rientra un documento “legalmente vincolante” che consentirebbe al Regno Unito di sporgere denuncia ad un arbitro indipendente se l’Ue cercasse di “intrappolarlo” nel backstop. E rientra anche un secondo documento, un addendum alla dichiarazione politica in cui il Regno Unito e l’Ue si impegnano a trovare soluzioni alternative al backstop entro dicembre 2020.

L’Italia aderisce al nuovo progetto “via della seta “

Nonostante le resistenze di Bruxelles e di Washington, l’Italia sì è detta disponibile, prima fra i paesi del G7, ad aderire al colossale progetto cinese della Nuova Via della Seta, “Belt and Road Initiative”. Nei progetti cinesi essa questa “via” dovrebbe svilupparsi su due linee, di cui una marittima che arriverebbe al porto di Trieste o a quello di Genova. Al Financial Times il sottosegretario allo Sviluppo economico, Michele Geraci, ha dichiarato che le trattative sono in fase negoziale, ma è possibile che vengano concluse in tempo per la visita del presidente cinese Xi Jinping in Italia, prevista per il 21 marzo. Il presidente francese Emmanuel Macron ha mostrato interesse al maxi-progetto in occasione della sua visita in Cina, e ha dichiarato che “la Francia vuole essere parte attiva nella realizzazione della Nuova Via della Seta”; anche perché  ci sono 900 miliardi di investimenti per creare infrastrutture in 62 paesi su tre continenti. Il sottosegretario allo Sviluppo economico italiano, oggi ha dichiarato: “Ci siamo confrontati da tempo con i partner e gli alleati che ci hanno espresso preoccupazione sul fatto che un’eventuale adesione italiana possa incrinare la posizione unitaria europea”. Da Bruxelles è stato tuttavia fatto sapere che “nè l’Unione Europea nè i singoli Paesi membri possono ottenere efficacemente obiettivi con la Cina senza piena unità”, come pure che “tutti gli Stati hanno la responsabilità di assicurare coerenza con leggi e politiche Ue e di rispettare alla luce di tali politiche l’unità dell’Ue”.

Francia. Macron scrive una lettera agli europei per una ricrescita comune

Con una lettera aperta agli europei, pubblicata su diversi quotidiani dell’Unione in 24 lingue, il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato in vista delle prossime elezioni europee della necessità di riformare l’Europa, a cominciare dal Trattato di Schengen. L’intenzione è quella di formare frontiere uniche, ma anche privilegiare le aziende europee ‘come fanno i cinesi e gli americani’. Il capo dell’Eliseo ha scritto che è necessaria la messa a punto di “una polizia di frontiera comune e di un ufficio europeo per l’asilo” che faccia capo “ad un Consiglio europeo di sicurezza interna”, con impegni ed obblighi da parte dei paesi che aderiscono a Schengen. Per Macron la Brexit è il simbolo della crisi dell’Europa, che non ha saputo dare risposte ai bisogni di protezione dei popoli di fronte ai grandi shock del mondo contemporaneo; ed ha spiegato la necessità di una ‘protezione sociale per i lavoratori, dell’est e dell’ovest, del nord e del sud’ affinché possano godere tutti della stessa remunerazione sullo stesso luogo di lavoro e di un salario minimo europeo, adattato a ciascun Paese. Sul tema economico ha detto che ‘vanno sanzionate in Europa le imprese che conducono ad una minaccia per i nostri interessi strategici e valori essenziali, come le norme ambientali, la protezione dei dati e il giusto pagamento delle imposte, o che si impedisca loro di lavorare’, come pure è necessario introdurre ‘nelle industrie strategiche e nei mercati pubblici il concetto di preferenza europea, come fanno i nostri concorrenti americani o cinesi. Poi il presidente francese ha ribadito: “Dobbiamo costruire un rinascimento europeo. Non possiamo lasciare che i nazionalisti senza soluzione sfruttino la rabbia dei popoli’.

ISRAELE VERSO LE ELEZIONI. TZIPI LIVNI SI RITIRA. TICKET CONTRO NETANYAHU DEI CENTRISTI GANTZ E LAPID (VIDEO)

Tzipi Livni, ex ministro degli esteri e tra i principali esponenti dell'opposizione al governo di Benyamin Netanyahu, non parteciperà alle elezioni del 9 aprile con il suo partito, ritirandosi dal voto.

ANTISEMITISMO. PROFANATE 80 TOMBE IN UN CIMITERO EBRAICO IN ALSAZIA (VIDEO)

Circa 80 tombe del cimitero ebraico di Quatzenheim, in Alsazia, nell'est della Francia, sono state profanate. La scoperta è avvenuta lo scorso 19 febbraio, nel giorno in cui in tutta la Francia sono attese marce contro l'antisemitismo. A comunicarlo è la prefettura del Basso Reno, che ha condannato "con la più grande fermezza" quello che definisce un "atto antisemita odioso".

ALBANIA. VIOLENTI SCONTRI A TIRANA DURANTE LA MANIFESTAZIONE CONTRO IL PREMIER EDI RAMA

Si infiamma la protesta contro il premier Edi Rama (foto) in Albania. Una decina di dimostranti è entrata nella sede del governo di Tirana, salendo al primo piano, dopo che la folla ha sfondato il cordone di sicurezza e occupato il piazzale antistante l'edificio.

AFRICA.IL POETA SOUMALIA DIWARA: TIRARE FUORI L'ARGOMENTO DEL FRANCO CFA E' PROPAGANDA POLITICA SULLA NOSTRA PELLE

"Se gli europei la smettessero di appoggiare i nostri dittatori, di accettare i loro soldi nelle banche e di vendergli armi, non vedremmo piu' nessuno morire in mare" dice Soumalia Diawara (foto), attivista e poeta originario del Mali, che pure quel mare l'ha conosciuto.

MAURITANIA. DAN ABEIH: L'OCCIDENTE SMETTA DI FARE ACCORDI CON I PREDATORI

"L'Ue e l'Occidente sbagliano se pensano di poter regolare le migrazioni senza ritirare il loro sostegno finanziario, diplomatico e militare a governi predatori delle liberta' e delle ricchezze dei loro Paesi". Lo ha detto il parlamentare e attivista mauritano Biram Dah Abeid, leader del movimento Ira contro la schiavitu'.

BOCCIATA LA LEGGE DI BILANCIO DEL GOVERNO SANCHEZ. LA SPAGNA VERSO LE ELEZIONI ANTICIPATE

Il Parlamento spagnolo ha bocciato la prima legge di bilancio del governo del premier socialista Pedro Sanchez (foto). Per la bocciatura hanno contato i voti degli indipendentisti catalani.

VENEZUELA. LETTERA DI GUAIDO': SONO SICURO CHE GLI ITALIANI SONO DALLA NOSTRA PARTE. MARCIA INDIETRO DEL M5S. SI A NUOVE ELEZIONI

"L'Italia è uno dei pochi Paesi che non ha ancora riconosciuto" il percorso compiuto da 59 Paesi nel mondo e dal Parlamento europeo, che "hanno riconosciuto l'Assemblea nazionale e quindi la mia persona quale Presidente provvisorio del Paese, con il preciso e limitato compito di portare il Venezuela, al più presto, a libere e democratiche elezioni. Con profondo sconcerto non comprendiamo le ragioni della posizione politica italiana". E' quanto scrive il Presidente dell'Assemblea nazionale del Venezuela, Juan Guaidò, in una lettera agli italiani.

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