Lech Walesa, l'eroe di Solidarność, recentemente ha definito le idee di Jaroslaw Kaczyński, presidente del partito Diritto e Giustizia (PiS), s «terribilmente cattive» ed il gruppo al potere «la peggiore classe dirigente possibile».
Anche in Polonia, come in Ungheria (entrambe le nazioni aderiscono al gruppo di Visegrad) oggi sono in gioco le libertà civili e la democrazia.
Il nazionalista Kaczyński, grande amico di Viktor Orbàn, ha vinto con il suo partito le elezioni generali del 2015 in Polonia e ha subito avviato una politica nel segno dell'autoritarismo e della xenofobia mascherata da sovranismo.
E' trascorso mezzo secolo dall'invasione dell'allora Cecoslovacchia delle truppe sovietiche e il posizionameto degli attuali vertici della Cechìa va nella direzione opposta rispetto ai motivi che indussero Alexander Dubcek a promuovere "il socialismo dal voto umano".
La Repubblica Ceca pur facendo parte della Nato e dell'UE è stata schierata dal Presidente della Repubblica Milos Zeman e dal neo premier Andrej Babiš su posizioni radicalmente sovraniste e sostanzialmente filorusse.
Ci si occupa della vicina Croazia, indipendente dal 1991, solo se si parla di calcio, basket e pallanuoto, sport in cui i croati eccellono. oli italiani, prfani della nazionale di calcio hanno trascorso l'estate a giradare, molti a fare il tifo (vero Salvini?) per i Vatreni (così sono chiamati i giocatori della nazionale a scacchi) poi in attesa di sapere se Luka Modric si sarebbe trasferito dalla spagna all'Italia.
Eppure da quella nazione a noi così vicina, membro dell'Ue dal 2013, giugono inquietanti echi che richiamano ad un passato non lontanissimo e non possono non suscitare fondate preoccupazioni.