Nel corso di quest’ultimo triennio, i massicci flussi irregolari provenienti dalla rotta centrale del Mediterraneo, hanno caratterizzato dei mutamenti inimmaginabili nelle relazioni politiche europee, nelle strategie di sicurezza dei paesi di primo approdo, come nel caso italiano, e degli altri Stati membri, interessati dai cosiddetti movimenti secondari.
Gli stati europei hanno inteso reagire alla crisi migratoria attuando politiche eccessivamente sovraniste, ponendo solo una particolare enfasi sulla sorveglianza delle frontiere ed il rafforzamento del controllo dei confini, con la conseguenza che il tema delle vie di accesso legali e le opzioni di mobilità sicura a disposizione dei migranti, sia economici che richiedenti protezione internazionale, restino eccessivamente limitate se non addirittura inaccessibili.
Il fenomeno migratorio e la condizione giuridica del migrante costituiscono, ormai, un evento strutturale e non più emergenziale, tuttavia, la distorta percezione creata dai media nell’opinione pubblica ha incentivato alla riflessione comune di una pericolosa equazione tra immigrazione e criminalità, rendendo particolarmente delicate e problematiche le politiche regolatorie delle autorità pubbliche nel reagire alle esigenze della sicurezza interna, rispettando il sistema di garanzie proprie di uno Stato di diritto.
Se si parte dal presupposto che le migrazioni stanno fortemente caratterizzando l’attuale fase di internazionalizzazione delle relazioni umane, ove diverse norme giuridiche interne ed internazionali riconoscono all’individuo diritti umani, assoluti ed inderogabili, gli odierni avvenimenti, impegnano ad una seria analisi e riflessione su quanto sta accadendo politicamente e socialmente in Italia.
Il fenomeno migratorio pur avendo carattere globale si è presentato come un problema di policy locale all'interno dello Stato nazionale. In riferimento al contesto italiano, è possibile osservare che la legislazione adottata a livello nazionale ha lasciato ai poteri locali la possibilità di individuare interventi particolari nell’ambito dell’accoglienza. Sono molti i comuni italiani che, nell'emergenza sbarchi, attraverso fondi nazionali ed europei, hanno attivato il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) realizzando progetti di accoglienza integrata per richiedenti asilo politico e costruendo percorsi emblematici di inserimento socio-culturale ed economico all'interno della comunità ospitante.
Da quì, emergono modelli di integrazione come quello di Riace, attenzionato da ricerche di accademie internazionali e divenuto una best practice a livello mondiale. Il Sindaco, Domenico Lucano, dal primo sbarco arrivato sulle coste nella Locride, ha trasformato l’emergenza migranti in una risorsa per scongiurare lo spopolamento che stava colpendo il suo piccolo borgo, divenendo un Comune multiculturale dove le diverse nazionalità, etnie e culture convivono in armonia. Questo sistema, inoltre, ha permesso non solo una ripopolazione sostanziale del borgo, quanto una crescita dell’economia locale. L'esemplare modello lanciato dal Sindaco Lucano, lo ha classificato al quarantesimo posto tra gli uomini più potenti al mondo, accanto a leader come Bergoglio, nella Top 50 della rivista "Fortune". Sono centinaia gli enti locali che hanno sperimentato questi modelli di accoglienza integrata tra cittadini e migranti richiedenti protezione internazionale. Nelle loro autenticità di gestione riscontrate, vi è un fattore comune in termini di risorse acquisite: Arricchimento culturale, sociale ed economico delle comunità che accolgono questi progetti.
Le nuove manovre governative contenute nel decreto Salvini su immigrazione e sicurezza, prevedono un forte ridimensionamento della rete SPRAR. Smantellare questo modello comporta un ulteriore impoverimento sociale poichè limita i diritti e i processi di integrazione, indispensabili per i migranti che vivono i nostri territori e contribuirà a distorcere notevolmente la percezione dell'opinione pubblica (e a dividerla) quando si parla di immigrazione e accoglienza.
Francesca Rosa D'Ambra