DISFATTA

Insights è arrivato su Marte. Premier, Vicepremier e Ministro dell'Economia italiani sono tornati sulla Terra. Con un forte impatto.
Fine della stagione degli annunci bellicosi, degli insulti, degli attacchi sconsiderati alla Commissione europea e applicazione immediata sulle tabelle per rendere la legge di bilancio almeno accettabile, nella speranza della sospensione della procedura d'infrazione.
Qualche anima bella si domanderà come sia stato possibile che nel volgere di ore e pochi giorni le carte in tavole siano cambiate così repentinamente. Intanto perché, qualcuno le aveva truccate. Nonostante i due azionisti di maggioranza seguitassero ad abbaiare e minacciare sfracelli,è andata prendendo corpo la convinzione che nelle mani non avessero neppure una pistola scarica, nè altre armi di pressione da esercitare su Bruxelles.

A Salvini, ad esempio, dev'essere stato chiaro che la sola blanda difesa di M.me Le Pen non sarebbe stata sufficiente, specie dopo che il Cocelliere austriaco e il leader ungherese, suoi presunti grandi amici, gli hanno voltato le spalle.
Poi perchè,nonostante l'apparente sicumera, dev'essere suonato il campanello d'allarme molto forte al leader padano, proveniente dai territori, dalle piccole e medie imprese, dai dati insoddisfacenti in Lombardia conseguenti del cosiddetto "decreto povertà", della forte presa di distanza di quasi tutte le categorie sociali, compresa la CEI, che in lingua italiana gli hanno spiegato che no, le cose non vanno proprio bene.
Quanto a Di Maio,politicamente è ormai a walk dead man. Dove ha messo le mani lui ha combinato solo pasticci che amabilemente l'ex ministro Calenda gli ha squadernato senza ottenere risposta. I gruppi parlamentari del M5s sono in perenne fibrillazione e un incidente in aula è sempre alle viste.
Infine si sono messe di mezzo pure Le Iene confezionando un serial (stasera la seconda parte) in cui emerge con chiarezza che nell'azienda di famiglia si assumevano lavoratori in nero (!). Cosa trattenga il giovine dal levare il disturbo non è ancora dato di sapere.
Eppure il povero ministro Tria, aveva più volte tentato, vanamente, di indurre i due alla ragione e non era mancata anche la moral suasion del Quirinale che ha più volte invitato ad un confronto sereno e costruttivo con l'Europa.
I due hanno infine mandato avanti il loro avvocato (Giuseppe Conte) nella speranza di ammorbidire tutti gli interlocutori europei. Missione riuscita in parte e non ancora terminata.
L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'UE ed è probabile che anche in forza di codesto elemento sia stato innescato una sorta di tentativo di ripescaggio al fine di evitare la procedura d'infrazione. Probabilmente in ruolo in tal senso l'ha svolto anche il governatore della Bce Mario Draghi che, c'è da crederlo, avrà spiegato, sempre in lingua italiana, agli sciroccati interlocutori che da dicembre non ci sarà più la pacchia del quantitative easing e che nessuno si aspetti da Francoforte sponde di alcun tipo.
I nostri eroi si sono trovati così isolati, con una coperta corta in mano e con l'obbligo di rimettere mano rapidamente ai conti farlocchi presentati a Bruxelles.
In lingua volgare questo ad oggi è lo stato delle cose. Che si tradurranno in una manovra che, a conti fatti, costerà circa 16 miliardi in più grazie a dichiarazioni irresponsabili e strategie suicide.
Gli italiani apriranno gli occhi e capiranno chi sono i responsabili di quella che si può definire una vera e propria disfatta.