Brancaccio è un quartiere in cammino, ma ci sono delle resistenze. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, analizza i ripetuti episodi di vandalismo nel terreno comunale in cui nascerà l’asilo nido sognato da don Pino Puglisi. Dalla realizzazione della scuola media per cui si batteva il sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993, alle iniziative portate avanti dal Centro di accoglienza Padre Nostro e sostenute anche dall’amministrazione. A Palermo, il concetto di "io sono persona, noi siamo comunità" lo trovi dappertutto nelle scelte dell’amministrazione e dei cittadini, è l’alternativa a "io sono individuo, noi siamo gruppo". Chi prima usava questo terreno lo faceva secondo logiche individualistiche ed egoistiche e non nella dimensione del rispetto della persona umana e della comunità. A Brancaccio come a Ballarò, allo Zen come a Danisinni, noi stiamo portando avanti la costruzione dal basso della comunità, ma questo richiede tempo. Il comune sta mandando gli operai della Rap e del Coime (aziende partecipate che si occupano di raccolta di rifiuti e lavori, ndr) per ripristinare tutto come prima e fare capire che la presenza delle istituzioni c’è. Sono in contatto con il questore e le forze dell’ordine. La condanna per quello che è successo è netta, ma è anche un momento di riflessione e un ulteriore stimolo a realizzare l’asilo e l’agorà. La cerimonia di presentazione dell’idea progettuale dell’asilo nido è stato un giorno di festa, che evidentemente disturba. Organizzeremo a Brancaccio un’assemblea dei cittadini, come già fatto in tanti altri quartieri della città, con tutti gli assessori e i responsabili delle aziende partecipate del Comune.