Corteo anti razzismo a Firenze. “Chi non si schiera è complice“ (VIDEO)

Dopo lo striscione “Salvini assassino” srotolato davanti al Duomo l’altro giorno (per cui sono stati denunciati tre studenti per vilipendio alle massime cariche dello Stato), i cori della piazza: “Salvini assassino, Firenze non ti vuole”. E ancora: “Salvini sessista, sei il primo della lista”. E’ iniziata così a Firenze la manifestazione contro il razzismo promossa dal collettivo antagonista studentesco, Cas, e dal collettivo femminista “Spine nel fianco”.
Circa quattrocento studenti delle superiori, raggiunti da un drappello dei Cobas, si sono mossi da piazza San Marco e hanno percorso le strade del centro storico gigliato per raggiungere piazza Ognissanti. Nel mirino dei ragazzi, non solo il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ma anche il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Diversi i cori rivolti contro i due vicepremier: “Salvini, Di Maio, governo di assassini“.
"Lo slogan della protesta è “chi non si schiera è complice“, perché, spiegano gli organizzatori, “in Italia c’è una violenza legittimata dal razzismo istituzionale. Pensiamo alle otto persone che, di media, ogni giorno muoiono in mare. Ma anche agli sgomberi o ai bambini esclusi alla mensa dal Comune di Lodi”.
C’è poi la polemica dello striscione, costato tre denunce. Lo rivendicate? “Assolutamente sì, Salvini legittima la violenza contro le persone di colore. Non possiamo definire in altro modo un ministro che permette che le persone muoiano in Mediterraneo”.
I manifestanti hanno sistemato il ‘fantoccio’ del ministro dell’Interno Matteo Salvini su un piccolo gommone, poi l’hanno calato nel fiume Arno al grido “buttalo”, “Salvini assassino, Firenze non ti vuole” e “siamo tutti clandestini”. E’ successo sul ponte Vespucci.
Prima di arrivare in piazza Ognissanti, per la fine della manifestazione, i ragazzi hanno srotolato nuovamente uno striscione “Salvini assassino”, che mercoledì, davanti al Duomo, è costato tre denunce per vilipendio alle massime cariche dello Stato. Denunce strappate durante il corteo.
(Dire)