Con in tasca una tessera nuova di zecca dello Spi (“sono andato in pensione da poco”), don Giovanni Nicolini, il parroco ‘scomodo’ della Dozza, attacca il governo e incalza il sindacato perchè si faccia promotore di “un’alleanza delle forze del popolo” che ricostruisca l’opposizione che non c’è.
“Sono preoccupato dal fatto che non si riesca a costruire un’opposizione. Sono miei fratelli anche loro, ma in questo momento politicamente sono nemici. Noi non possiamo acconsentire che ci sia un governo di questo tipo, è sbagliato, è contro l’interesse vero delle persone. Non si può tacere, non si può non agire, l’urgenza storica c’è sicuramente”, scandisce don Nicolini a margine del congresso della Cgil di Bologna, dove ha tenuto un breve intervento -come iscritto al sindacato dei pensionati.
“In questa pietosa vicenda di questo terribile, pietoso, governo del Paese, nelle prime settimane mi sono arrabbiato con i governanti. Poi ha vinto la preoccupazione per l’opposizione, per come non c’è. Rischiamo di far subire ai più deboli le conseguenze di un cattivo governo“, ammonisce il parroco.
“Bisogna raccogliersi insieme e capire come far rinascere una politica, perché sennò la politica non c’è più, c’è solo amministrazione, quello che comanda è ormai il capitale: bisogna che i conti tornino. Ma non c’è più l’idea, la forza, la speranza”, prosegue.
“In questo momento bisogna ricostruire un’alleanza tra le forze più sane del popolo, mi sembra una scommessa di grandissimo valore. Il sindacato dovrebbe farsi una domanda, se non ha come sindacato una responsabilità diretta nella politica del Paese. Bisogna costruire un’alleanza, un’intesa che diventi una forza, un’opposizione, sennò non c’è opposizione”, sprona don Nicolini.
“Ho fondato un movimento di cui sono unico iscritto. Si chiama ‘5 marzo’, perché il 4 marzo mi sembra che la politica sia morta. Ma siccome nella setta a cui appartengo si crede nella resurrezione, bisogna ricominciare”, racconta don Nicolini.
“Avevo pensato che la firma di partecipazione alla politica fosse il partito. Ma nella situazione in cui siamo mi sono chiesto se il sindacato non abbia un ruolo da giocare. La scommessa è altissima. Non può mancare la politica. Cerchiamo di stringere insieme energie, speranze la nostra gente per far rinascere la politica. Il mondo del lavoro, può più di tutti darci una mano”.
(Dire)