"No alla stretta sui permessi umanitari, no all’aumento dei tempi di trattenimento nei centri per i rimpatri e no all’ampliamento del ventaglio di reati che porta alla revoca dello status di “rifugiato”. Se non consentiamo una adeguata integrazione, e spingiamo gli immigrati alla marginalità, non risolveremo mai il problema!
Non ritiro i miei emendamenti. Ci tengo in particolare a quelli sull’articolo 10. La questione è molto semplice, sto seguendo le indicazioni del presidente Mattarella".
Così il Senatore del M5S e ufficiale della Marina Militare Italiana Gregorio De Falco (foto), conosciuto per il ruolo di coordinamento dei soccorsi svolto durante il naufragio della Costa Concordia davanti all’isola del Giglio nel gennaio 2012, che ha aggiunto:"Se i miei emendamenti non fossero approvati avrei difficoltà a votare il decreto. Ci sono alcuni principi sui quali non posso deflettere avendo giurato sulla Costituzione, da militare".
Già lo scorso luglio De Falco, durande la vicenda nave Diciotti, aveva preso le distanze da Salvini. In una intervista al Corriere della sera, il senatore aveva detto “Il naufrago ha diritto di essere salvato, senza che sia compiuta alcuna valutazione, non conta la provenienza, la etnia. Il naufragio è una situazione di fatto da cui discendono obblighi verso chiunque civile o militare, italiano o straniero, che sia in grado di portare soccorso. C’è una differenza fra migrazione e naufragio. La prima è burocrazia, il secondo implica un soccorso umanitario. Non si possono chiudere i porti. Il problema è la vita di queste persone".