"Mi preoccupa l'abrogazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari e anche la riduzione di questi permessi perché in questo modo si rischia di esporre tante persone a un futuro incerto come pure l'espulsione legata anche al primo grado di condanna che non sarebbe proprio in pieno con la Costituzione".
"Quello che dico lo dico a pelle, non ho avuto tempo di leggere il decreto e di approfondirlo, ha però aggiunto promettendo che quando ci sarà la pubblicazione parleremo meglio. Il decreto Salvini - ha spiegato il presidente della Cei - è uscito in concomitanza con i nostri lavori. Non ho approfondito, sembra che possa essere ancora ritoccato". In merito al tema dei migranti, ha aggiunto, "c'è sempre questa specie di discrasia. Nessuno può pretendere che la Chiesa dice quello che dice il sociologo o il politico. Noi abbiamo un'altra ottica, siamo pastori, ci interessa la solidarietà e l'integrazione, nonostante come ha precisato il Papa anche per l'accoglienza ci vogliono certi criteri, ci mancherebbe altro". "Ma - ha proseguito Bassetti - anche la Chiesa d'Europa riconosce che non c'è alternativa alla solidarietà fatta di accoglienza e di integrazione, anche se possono esserci difficoltà".
Ironica, piccata e sprezzante la replica di Matteo Salvini: "Mi fa piacere che in Vaticano, e anche altrove, ci sia gente che si occupa di migranti in Italia, ma il mio stipendio è pagato da 60 milioni di italiani che vogliono sicurezza. Vogliamo garantire persone che scappano davanti a vere guerre e vogliamo dichiarare invece guerra agli scafisti, ai mafiosi e ai trafficanti di esseri umani. Siamo riusciti a ridurre il numero di clandestini, portandolo a 20 mila dai 100 mila di un anno fa"
