Pietraperzia (En) apre le porte ai migranti. Un segnale forte in questi tempi di grandi parole e di poche azioni

Dallo scorso venerdì 4 gennaio 2019 padre Osvaldo Brugnone (foto), vicario foraneo della Parrocchia Santa Maria Maggiore, chiesa Madre di Pietraperzia, comune in provincia di Enna, sta accogliendo per qualche giorno nella canonica della Chiesa un gruppo di 5 giovani eritrei arrivati in Italia con il progetto dei corridoi umanitari, vista l’emergenza umanitaria del paese da cui provengono. I giovani, di religione ortodossa, hanno partecipando alle funzioni religiose pietrine di questi giorni e stanno seguendo un percorso di integrazione in provincia di Catania. “Ho conosciuto i ragazzi attraverso l’Associazione Don Bosco 2000, durante la messa di Capodanno a Catania – racconta Don Osvaldo - E’ stato un momento particolarmente intenso perché la funzione si è svolta con una preghiera condivisa tra cattolici, coopti, ortodossi e musulmani. Noi cristiani non possiamo tirarci indietro di fronte alle richieste di aiuto dei fratelli molto meno fortunati di noi, costretti a fuggire da persecuzioni e povertà estrema. Noi cattolicidi Pietraperzia stiamo mandando un segnale forte in questi tempi di grandi parole e di poche azioni”.
Non è il primo gesto esemplare da parte di Padre Osvaldo che da circa un anno sta affiancando le attività di accoglienza ed integrazione dell’Associazione Don Bosco 2000. Da febbraio 2018l’associazione ha aperto un centro di accoglienza straordinaria proprio nel comune di Pietraperzia, in una casa canonica, messa a disposizione dalla Diocesi. La sede, a pochi giorni dalla sua apertura a febbraio 2018, era stata oggetto di un gravissimo atto intimidatorio, con spari contro le finestre delcentro, fortunatamente senza nessun ferito, ma creando una situazione di grande tensione non solo pergli operatori dell’associazione ma anche per i migranti, già in fuga da contesti particolarmente violenti e drammatici. Da quel momento, la società civile pietrina si è mobilitata, sostenendo vari progetti diintegrazione e partecipazione ad eventi ed iniziative a favore dei giovani migranti. “Siamo consapevolidelle grandi difficoltà dell’accoglienza dei migranti in questo periodo però dal nostro punto di vista la comunità religiosa, e non solo, di Pietraperzia, ha risposto con atti di grande generosità e a braccia aperte – commenta Antonino Sella, coordinatore del CAS di Pietraperzia – Nel nostro caso, la risposta della città ci fa ben sperare perché ha prevalso il senso cristiano di umanità e fratellanza”.