Al netto di torti e ragioni che non stanno mai da una parte sola, la decisione della Francia di richiamare il suo Ambasciatore in Italia "per consultazioni" offre la misura dell'isolamento politico in cui questo governo di presuntuosi incapaci ci ha ficcato.
A memoria, un gesto così clamoroso che tradotto in volgare significa "grave crisi diplomatica", tra nazioni europee, dopo il secondo conflitto mondiale, non ha precedenti. La nota del Quay d'Orsay non lascia spazio a interpretazioni: “La Francia protesta in maniera ufficiale per l'incontro fra Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista con alcuni dirigenti dei gilet gialli. Questa nuova provocazione è inaccettabile tra Paesi vicini e partner al cuore dell'Unione europea. Luigi Di Maio, che ha delle responsabilità di governo, deve cercare di non attentare, con le sue ingerenze ripetute, alle nostre relazioni bilaterali, nell'interesse sia della Francia che dell'Italia.La Francia è oggetto da diversi mesi di accuse ripetute, attacchi senza fondamento, dichiarazioni oltraggiose”, sottolinea il comunicato del ministero degli Esteri di Parigi. “Le ultime ingerenze costituiscono una provocazione supplementare e inaccettabile e violano il rispetto dovuto alla scelta democratica fatta da un popolo amico ed alleato e violano il rispetto che deve esistere tra governi democraticamente e liberamente eletti.
La campagna per le elezioni europee non può giustificare la mancanza di rispetto per ogni popolo o la sua democrazia. Tutti questi atti creano una situazione seria che mette in discussione le intenzioni del governo italiano nei confronti della sua relazione con la Francia. Alla luce di questa situazione senza precedenti, il governo francese ha deciso di richiamare l’ambasciatore francese in Italia per le consultazioni. La Francia invita l’Italia ad agire per ripristinare il rapporto di amicizia e rispetto reciproco, in linea con la nostra storia e del nostro destino comune”.
Che i rapporti con i cugini transalpini non fossero dei migliori era ben noto a tutti. Per amore di verità occorre sottolineare che il governo di Emmanuel Macron nel loro deterioramento ha la sua bella parte di responsabilità, per i respingimenti dei migranti, gli sconfinamenti della Gendarmeria in territorio italiano e la questione dei Cantieri navali tuttavia il governo italiano, in particolare Salvini e Di Maio hanno fatto di tutto e di più non già per cercare la via di un appeasement per via diplomatica ma comportandosi alla stregua di pescivendoli (con il dovuto rispetto della categoria) al mercato non lesinando provocazioni di ogni genere culminate con il viaggio lampo a Parigi del Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana Luigi Di Maio al solo scopo di incontrare e stringere accordi con i capi dei Gilet gialli che da oltre due mesi seminano violenza e distruzione nella capitale e in molte città transalpine, i quali energumeni peraltro hanno riposto alle profferte di collaborazione del duo pentastellato (all'incontro c'era anche l'altra cima del pensiero grillino Di Battista) con un chiaro "fin de non recevoir".
Ora che il guaio è plasticamnte evidente sarà difficile rimettere insieme i cocci e riannodare un dialogo, che è necessario oltrechè utile, con l'Eliseo anche perchè il Presidente del consiglio, checchè ne dicano i retroscenisti, non ha alcuna autonomia e come d'abitudine ha messo la testa sotto la sabbia. quanto al ministro degli esteri sta riuscendo nell'impresa di fare peggio del suo collega dell'Economia, tacendo.
Non resta che sperare in un intervento personale del Presidente della Repubblica, nelle forme che riterrà opportune.
(E.P.)