Qualcuno, in possesso di media intelligenza e altrettanto equilibrio dovrebbe avere la cortesia di spiegare il senso e l'utilità per la comunità nazionale del dimezzamento dei fondi che il Ministero dello sviluppo economico eroga a Radio Radicale, l'emittente fondata da Marco Pannella oltre quarant'anni fa, che svolge quotidianamente un vero e proprio servizio pubblico trasmettendo le dirette delle sedute di Camera e Senato e, sempre in diretta, senza pubblicità, filtri o censure, gli avvenimenti della politica nazionale.
In Commissione bilancio alla Camera è passato un emendamento del governo che riduce del 50% il finanziamento (stiamo parlando di 10 milioni di Euro, sai che cifra!) all'emittente, mettendola, di fatto, nella condizione di non operare perché,come si legge in un comunicato del CdR della radio: "Il dimezzamento del corrispettivo economico per il servizio pubblico svolto da Radio Radicale (peraltro invariato da 11 anni) mette a rischio i posti di lavoro dei giornalisti, del personale tecnico, amministrativo e archivistico e compromette la possibilità di proseguire un'attività che dura da oltre quarant'anni e la cui funzione è ampiamente riconosciuta".
Il probabile autore della genialata, il sottosegretario pentastellato con delega all'editoria Vito Crimi, minimizza, parla di numeri ma non spiega la ragione per cui si è deciso il taglio. Forse la Casaleggio & Associati intende entrare nel mondo dell'etere garantendosi il monopolio dell'informazione politica?
No, perché da codesta accozzaglia di cialtroni e fanatici che occupano gli scranni di governo e parlamento c'è da aspettarsi di tutto e di più...
Azzoppare Radio Radicale e costringerla alla chiusura equivarrebbe a sferrare un colpo di maglio alla libertà. Avete capito bene: alla libertà. Occhi aperti: c'è La possibilità che nel corso dell'iter della manovra l'emendamento venga ritirato o decada. I parlamentari dell'opposizione, e non solo, mostrino per una volta che la nostra è una democrazia vera e solida e che i colpi di mano contro il diritto alla libera informazione, vere e proprie nefandezze di stampo venezuelano, non passeranno.
(E.P.)