In molti, a cominciare da chi scrive, dovrebbero fare pubblica ammenda.
Certo in questi anni con i suoi bizzarri comportamenti aveva offerto ai suoi detrattori formidabili assist.
Immaturo, superficiale, viziato e chissà che altro. Ci siamo sbagliati.
Perchè dallo scorso giugno è apparso il Mario Balotelli che non ti aspetti.
Non tanto sui campi di calcio dove, dicono i ben informati, seguita ad offrire il suo immenso repertorio tecnico a seconda dell'umore, quanto sulla rete.
Da giugno Supermario ha lanciato una personale offensiva contro il razzismo e i razzisti che meriterebbe maggiore attenzione da parte dei media.
E' una piaga, codesta del razzismo nel calcio, che viene alimentatata non da isolati cialtroni che frequentano gli stadi ma da nuerose tifoserie organizzate che non di rado sono foraggiate dalle società.
Fifa, Uefa e consimili da anni promuovono lodevoli iniziative che tuttavia, almeno in Italia, non sembrano scalfire il muro di becera ignoranza fascistoide che caratterizza iltifo organizzato,oggi non più solo negli stadi ma anche nel web.
Balotelli,in verità in perfetta solitudine, per usare le sue parole "si è rotto ilca..." e, dopo aver ricevuto l'ennesima raffica di insulti (uno per tutti: «Puoi fare quanti gol vuoi, ma i veri italiani sanno che sei solo un negro di m...) ha risposto con un tono e una misura che non gli si conoscevano (vedi foto).
L'auspicio è che SuperBalo non si limiti a estemporanei sfoghi sulla rete ma divenga, in ragione della sua popolarità, testimonial militante, con altri celebri afroitaliani, contro razzisti e razzismo.
Non vi è metodo migliore per mandare in bestia i propalatori di codesto virus e per depotenziarli.
(E.P.)