La giornata del 25 ottobre ci ha raccontato che il tempo della propaganda si sta esaurendo e, come prevedibile, inevitabilmente il bluff giallo verde sta mostrandosi in tutta la sua drammatica gravità.
Dopo la presentazione e la successiva bocciatura della Commissione della legge di stabilità, con l'invito a riscriverla (non a correggerla) entro tre settimane è scattato il cordone sanitario intorno al governo italiano che nell'UE non ha sponde di alcun tipo.
Vi sono certamente toni diversi tuttavia al garbato invito al rioensamento di Mario Draghi, peraltro tutt'altro che rassicurante nei contenuti perchè arriva dalla massima autorità monetaria del continente, si aggiunongono i laconici e minacciosi messaggi provenienti da esponenti di partiti nazionali che, paradossalmente, dovrebbero fungere da supporto alle pretese italiane in Europa.
La posta in gioco è altissima: la credibilità di un Paese il cui governo messo assieme con uno scadente collante i cui vertici non sembra abbiano approntato una via di fuga dalla grave situazione di isolamento in cui hanno cacciato l'Italia. Non è un caso che filtrano rumors secondo cui in alcuni membri del governo, il sottosegretario Giorgetti e persino il ministro Tria, sembra finalmente farsi strada, grazie probabilmente alla moral suasion del presidente Mattarella,la conspevolezza che il Paese questa situazione non la può reggere e occorre rimettere le mani alla manovra di bilancio apportando almeno significative correzioni che acquietino l' UE e soprattutto i mercati.
Quanto potrà durare l'apparente ostinazione del Duo disgrazia? Probabilmente Salvini, che tra i due è il più scaltro, che, anche se continua a mostrare la faccia feroce, sta acquisendo la consapevolezza che la ridotta su cui parrebbe volersi attestare in compagnia di Giggino, rischia di diventare una trappola mortale e questo spiegherebbe il rinnovato attivismo di Giorgetti. Quanto a Di Maio, che tra i due è non solo il meno scaltro ma denuncia un'inconsistenza pari solo all'ostinazione,è probabile che sia intenzionato a tenere duro "usque ad mortem" anche se, ormai è di pubblico dominio, nei gruppi parlamentari del M5s crescono le voci di diasgio se non di chiaro dissenso verso una leadership tanto arrogante quanto inconcludente.
Gli scenari futuri che ci accompagneranno nelle prossime due settiamne sono tali da far tremare i polsi. Si comincerà, a mercati chiusi, con la valutazione di Standard & Poors, a cui seguirà nei giorni successivi lo stress test della BCE sulle banche italiane che arriveranno all'appuntamento sfibrate dai continui ribassi in borsa col rischio che l'economia reale non raggiunga la cifra prevista di crescita (1.6%).
Immaginiamoci poi se lo spread dovesse continuare a salire, scenario tutt'altro che fantascientifico.
Tutto questo in una cornice desolante: il decreto Genova ancora sospeso, la situazione dell'ordine pubblico che va deteriorando, il nervosissmo che, in larghi settori del mondo del lavoro, il famoso decreto dignità sta provocando, la rivolta della scuola.
Più che del cambiamento codesto sembra il governo del peggioramento.
Ma il Premier Conte,che nel frattempo ha ricevuto il sostegno di Trump e Putin, si dice fiducioso.
Con simili sponsor, entrambi ostili, per le ben note ragioni, all'UE, non è che si possano dormire sonni tranquilli.
(E.P.)