DUE DOMANDE

"Due immigrati clandestini fermati stanotte per lo stupro e la morte di Desirée, altri due ricercati. Grazie alle Forze dell' Ordine, farò di tutto perché i vermi colpevoli di questo orrore paghino fino in fondo, senza sconti, la loro infamia".
Parola del Ministro dell'Interno della Repubblica Italiana Matteo Salvini.


Non ci sono dubbi: chi si è macchiato dell'orribile crimine di aver drogato, stuprato e ucciso la povera Desiree dovrà pagare un conto salatissimo alla giustizia.
Si tratta di un delitto bestiale e odioso perpetrato da vigliacchi contro una sedicenne indifesa, con brutalità e crudeltà inconcepibili.
Tuttavia due domande occorre pur porsele offrendo contestualmente risposte verosimili.
Se i due fermati (non ancora condannati) anzichè senegalesi fossero stati bianchi o italiani, quale sarebbe stato la reazione del Ministro?
Il suo silenzio assordante che accompagna le quotidiane aggressioni a neri, magari regolari e lavoratori, i cui responsabili rararmente vengono fermati?
Non susistono dubbi: mediante un lessico non consono alla più alta carica istituzionale in materia di sicurezza, lo sdegno di Salvini si manifesta sempre e soltanto quando vi è anche solo il sospetto che i crimini siano stati commessi da extracomunitari (meglio se neri). E' il migliore strumento di propaganda per alimentare la campagna di odio razziale che è la cifra del suo background culturale, la mission che si è dato e la garanzia di crescita elettorale.
Quanto alle aggressioni ai neri, evidentemente per Salvini vale il "me ne frego" di mussoliniana memoria.
Prima gli italiani.
(E.P.)