VENEZUELA SULL'ORLO DELLA GUERRA CIVILE. GUAIDO' SI AUTOPROCLAMA PRESIDENTE. MADURO SCATENA LA REPRESSIONE. 14 MORTI E 280 ARRESTI (VIDEO)

La sfida al presidente venezuelano Nicolas Maduro da parte di Juan Guaido (foto), esponente dell’opposizione che si è autoproclamato “presidente” ad interim del paese, ha il sostegno di Stati Uniti, Brasile e Argentina e di altri nove paesi membri del “gruppo di Lima”: Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Panama, Paraguay e Perù. A sostegno di Maduro, in America latina, Cuba, Bolivia e Messico.
“Siamo convinti che Maduro faccia parte del problema e non della soluzione”, ha detto il presidente cileno Sebastian Pinera. L’Unione europea ha fatto appello da parte sua a “elezioni libere e credibili, conformemente all’ordine costituzionale”.

Per Federica Mogherini, “il popolo venezuelano ha il diritto di manifestare pacificamente, di scegliere liberamente i suoi dirigenti e di decidere il suo futuro. La sua voce non può essere ignorata”, ha scritto l’alta rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue. Il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk ha espresso la speranza che “tutta l’Europa sia unita in sostegno delle forze democratiche del Venezuela. Contrariamente a Maduro, l’assemblea parlamentare, compreso Juan Guaido, ha un mandato democratico dai cittadini venezuelani”. Fuori dal coro il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha espresso solidarietà a Maduro, ribadendogli il sostegno del governo di Ankara. La crisi venezuelana piomba nel mezzo del viaggio del Papa a Panama. Molti i ragazzi venezuelani presenti alla Giornata mondiale della gioventù. Il “sostituto” della Segreteria di Stato, Pena Parra, è venezuelano, e il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin è stato nunzio a Caracas.
Rapporti diplomatici interrotti con gli Stati Uniti dopo l’appoggio immediato all’autoproclamato presidente Juan Guaidó e la reazione nelle strade, dove le proteste sono andate avanti per tutto il giorno e si contano 14 morti, oltre a 280 persone arrestate e denunce di incursioni di “colectivos” chavisti nelle sedi delle opposizioni in alcune città del Paese. Nicolas Maduro non molla e prepara la reazione a quello che ha definito un “colpo di stato” frutto dell’interventismo degli Usa e di altri “governi imperialisti”.
“Il popolo agguerrito e combattente – tuona il presidente venezuelano – rimanga in allerta, pronto alla mobilitazione per difendere la patria”. “Nessun colpo di stato, nessun interventismo, il Venezuela vuole la pace”, aggiunge Maduro che ha concesso 72 ore ai diplomatici statunitensi perché lascino Caracas. Un ultimatum al quale Washington ha risposto ‘picche’ perché ormai la Casa Bianca – tenendo fede all’appoggio fornito a Guaidó – non lo riconosce più come legittimo presidente e quindi, ha spiegato il segretario di Stato Mike Pompeo, “non consideriamo che abbia l’autorità legale per rompere le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti o dichiarare persona non grata i diplomatici” americani.
Il 35enne Juan Guaidò prestando giuramento come presidente ad interim del Paese davanti ad una folla di manifestanti riuniti a Caracas, che hanno intonato l'inno nazionale è diventatola speranza di un Paese stremato da anni di dittatura chavista.
Il 5 scorso è stato eletto presidente del'Assemblea Nazionale, il Parlamento dominato dall'opposizione che continua a funzionare malgrado il regime chavista di Nicolas Maduro l'abbia spogliato dalle sue funzioni nel 2017. Guaidò è riuscito a riportare unità in un'opposizione divisa e a galvanizzare nuovamente la protesta popolare, in un paese sprofondato in una gravissima crisi politica ed economica senza precedenti. Il suo giuramento è una sfida diretta a Maduro che il 10 gennaio si è insediato per un secondo mandato, ma viene considerato illegittimo dall'opposizione che non riconosce il risultato delle elezioni.
Guaidò è nato in una famiglia di otto figli della classe media nello stato venezuelano di Vargas, è figlio di un pilota d'aereo e una insegnante. Si è laureato in ingegneria industriale all'università cattolica Andres Bello di Caracas, con una specializzazione alla George Washington University negli Stati Uniti. E' deputato di Voluntad Popular, il partito di Leopoldo Lopez, uno dei simboli dell'opposizione, ora agli arresti domiciliari. Sposato, è padre di una bambina.