Israele: Elezioni anticipate ad aprile 2019. Netanyahu: La coalizione sarà riconfermata. Livni: Saranno le elezioni del cambiamento

Elezioni anticipate in Israele ad aprile del prossimo anno. È quanto deciso dai capi della coalizione di governo:

"Nel rispetto della responsabilità nazionale e di bilancio è stato deciso all'unanimità di sciogliere la legislatura alla Knesset e di andare a nuove elezioni all'inizio di aprile al termine di un mandato di quattro anni completo" si legge nel documento dei partiti della coalizione, compreso quello del premier Benjamin Netanyahu, il Likud. Secondo i media la data potrebbe essere quella del 2 o del 9 aprile. Il termine naturale della legislatura in corso era a novembre del 2019.
"La coalizione uscente è il nucleo di quella che le verrà dopo". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu commentando alla Knesset la decisione della coalizione di governo di voto anticipato ad aprile prossimo, probabilmente. "Gli israeliani - ha aggiunto dopo aver elencato i successi del Paese sul piano diplomatico, militare ed economico - faranno cosa giusta se mi confermeranno al governo". Di parere opposto la leader dell'Unione sionista Tzipi Livni (foto)che ha dichiarato che "lo Stato di Israele è in procinto di salutare Netanyahu".
Alludendo alla tradizione ebraica di togliere il pane dalla casa prima dell'inizio della Pasqua ebraica, la Livni, già ministro degli esteri e della giustizia, ha detto che le imminenti elezioni di aprile, previste prima dell'inizio delle vacanze, sono "un'opportunità per pulire "chametz" ... saranno le elezioni del cambiamento".
A innescare la crisi che porterà a elezioni anticipate è stato, a metà novembre, l’annuncio delle dimissioni dell'allora ministro della Difesa Avigdor Lieberman. Lieberman era infatti in aperto contrasto con Netanyahu, dopo la decisione del governo di aderire al cessate il fuoco con Hamas e le fazioni palestinesi della Striscia di Gaza, tregua mediata da Onu ed Egitto. Una "resa al terrorismo", aveva denunciato Lieberman, sottolineando che così facendo Israele stava "comprando la calma a breve termine a costo di compromettere la sua sicurezza sul lungo periodo".
Insieme a lui, avevano lasciato l'esecutivo tutti i membri del partito Ysrael Beiteinu, lasciando nelle mani di Netanyahu una coalizione di governo debolissima, con un solo voto di maggioranza (61 seggi su 120). Netanyahu aveva preso tempo, assumendo la carica di ministro della Difesa, ma ora non può più rimandare il voto anticipato.