Oggi è la giornata mondiale contro la pena di morte. Sono ormai 142 i Paesi del mondo che hanno abolito la pena capitale (l'ultimo è stato il Guatemala). In 56 stati resta tra le pene possibili per i reati più gravi, ma solo 23 continuano a eseguire condanne a morte.
In altri 30 non si eseguono pene capitali da almeno dieci anni. L'anno scorso, nel mondo sono state uccise (dati Amnesty) 993 persone per ordine e a spese dello Stato: il 4 per cento in meno rispetto alle 1032 esecuzioni del 2016 e il 39 per cento in meno rispetto alle 1634 del 2015, il più alto numero dal 1989. Purtroppo, però, la pena di morte si continua ad applicare in Paesi importanti come Stati Uniti, India, Indonesia e, soprattutto in Cina, dove i numeri sono top secret.
Amnesty international ha promosso una campagna su cinque Paesi (Bielorussia, Ghana, Giappone, Iran e Malaysia) affinché "i rispettivi governi pongano fine alle inumane condizioni detentive dei condannati a morte e assumano iniziative in favore dell’abolizione totale della pena capitale". L’organizzazione ha anche lanciato due appelli: il primo per salvare la vita di Mohammad Reza Haddadi, ragazzo iraniano accusato di omicidio e condannato a morte nel 2004 all’età di 15 anni, la cui esecuzione è stata fissata e poi rinviata almeno sei volte dal giorno della sentenza; l’altro, invece, riguarda l’abolizione totale della pena di morte in Bielorussia, ultimo Paese europeo dov’è ancora in vigore.
(LaPresse)