“Negli stadi cantano anche ‘Milano in fiamme’: questo sarebbe razzismo? Non mettiamo tutto nello stesso pentolone, anche Bonucci è stato coperto di ‘buuu’ da parte dei tifosi del Milan, anche questo è razzismo? Il sano sfottò tra tifoserie non è da considerare razzismo. Koulibaly? Lo vorrei vedere con la maglia del Milan, è fortissimo”.
A rendere codeste deliranti affermazioni non è un frequentatore del bar dello sport, dopo abbondanti libagioni, ma il ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Ma in fondo perché stupirsi o indignarsi?
E' lo stesso personaggio che lo scorso agosto ha sequestrato per dieci giorni a bordo della nave Diciotti 177 migranti, 29 dei quali minorenni ridotti a “scheletrini”. E' lo stesso personaggio che ha solidarizzato con la giunta comunale di Lodi che ha approvato un regolamento discriminatorio che di fatto impediva ai bambini extracomunitari l’accesso allo scuolabus e alla mensa.
E 'lo stesso personaggio che seguita tronfio a rifiutare l'attracco nei porti italiani alle navi delle ong cariche di migranti, costringendole a peregrinare nel Mediterraneo in cerca di un porto che le accolga.
E' lo stesso personaggio ritratto sorridente in compagnia di quel galantuomo capo degli ultras della sua squadra del cuore, già condannato per violenza e spaccio di droga.
Si potrebbe continuare ricordando altri episodi di cui si è reso protagonista.
Ci si aspetterebbe un moto di rivolta parlamentare. Almeno da parte di quelle forze politiche che hanno come fondamenta l'uguaglianza e la lotta alle discriminazioni. Matteo Salvini, anche se lo nega, è un razzista ed è vergognoso che al governo del nostro Paese, circondato da una pletora di incompetenti, sieda, rivestendo uffici apicali un simile individuo.
In passato sono state presentate mozioni di sfiducia individuale nei confronti di ministri per motivi molto meno gravi.
Una mozione di sfiducia individuale verso l'attuale inquilino del Viminale, lo sappiamo bene, non avrebbe alcuna possibilità, numeri alla mano, di passare.
Tuttavia un dibattito parlamentare sulle sue nefandezze potrebbe smuovere le intorpidite coscienze e chiamerebbe ciascuna forza politica presente nei due rami del parlamento ad una pubblica assunzione di responsabilità.
Perché la misura è colma e nessuno può chiudere gli occhi di fronte alla inaudita deriva amorale in cui costui sta trascinando l'Italia.