I VESCOVI: NO AI DISUMANI DECRETI. L'OBIEZIONE DI COSCIENZA E' DIRITTO RICONOSCIUTO

«Ci sono delle persone che, in modo onesto e serio, chiedono aiuto perché fuggono da situazioni disperate», ha aggiunto il cardinale. Bagnasco ha ricordato l’esempio del Campus di Genova Coronata che «grazie a chi lo guida, don Giacomo Martino e i suoi collaboratori, ritengo che sia un buon esempio, un esempio virtuoso di integrazione, perché l’integrazione non è una parola generica, c’è un percorso preciso fatto di borse lavoro, di insegnamento di mestieri, di tirocini. È un esempio a cui ispirarci». "Tu, Gesù, sei stato il primo profugo dell’era cristiana. Aiutaci ad aiutare ogni uomo che chiede accoglienza". L’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice(foto), ha dedicato un passaggio della sua omelia al tema dell’inclusione. Lo ha fatto durante la messa che ha celebrato ieri a Palazzo delle Aquile mentre, davanti al Comune, centinaia di persone partecipavano al sit di sostegno al sindaco che ha annunciato la sospensione del decreto sicurezza. «Rendici capaci - ha aggiunto l’arcivescovo rivolgendosi a Cristo - di preparare il vero presepe, di aprire le nostre strutture e le nostre famiglie. Fai in modo che che non ci accada di rimanere in silenzio dinnanzi ai “dis”-umani decreti che aggravano la sofferenza di chi è vessato dalla povertà e dalla guerra».Monsignor Guerino Di Tora, presidente di 'Migrantes' (fondazione della Cei), "di fronte a situazioni umanitarie che richiamano scenari di morte, non ci si può tirare indietro e sentirsi ugualmente con la coscienza a posto". E' quanto"Il tema delle migrazioni, che ora ci si ripresenta davanti con la vicenda delle navi bloccate in mare e con il caso di alcuni sindaci che hanno preso posizione contro l'applicazione del decreto Salvini sulla sicurezza, deve farci riflettere sul fatto che le persone comunque fuggono da situazioni di emergenza e di guerra" afferma Di Tora, ricordando che "non c'è solo la guerra fatta con le armi; ci sono anche le guerre della fame, della povertà, della siccità, dell'odio tribale, del terrorismo. Sono tutte realtà anche diverse ma che hanno in comune il fatto di portare ugualmente a una situazione di morte ed è normale che si fugga da simili realtà".Il presidente di Migrantes ribadisce che "il fenomeno migrazione non può considerarsi un'emergenza ma al contrario è una realtà destinata a cambiare la geopolitica mondiale e che, quindi, va giustamente governata e non lasciata a sé stessa. Ma governare non vuol dire chiudere la questione, facendo finta che non esista. Oggi, con il decreto sicurezza, si pongono obiettivamente gravi problemi di coscienza per quei sindaci che si vedono costretti a rinunciare al loro senso di umanità. La situazione - è il monito dell'esponente della Cei - rischia di dividere profondamente anche la coscienza di tanti italiani