"Comu finisci se cunta" dicono in Sicilia (acronimo C.F.S.C.) ma il rischio che l'Italia perda peso nel prossimo Parlamento europeo, in ragione della resistibile ascesa dei sovranisti, è concreto.
Sulla base del sondaggio pubblicato nei giorni scorsi da Kantar public, che come tutti i sondaggi va preso con le pinze, a causa della soglia di sbarramento del 4% introdotta nel 2009 a poche settimane dalle elezioni con un blitz parlamentare a seguito di un accordo tra i ladri di Pisa Veltroni e Berlusconi (i cui partiti nell'occasione si spartirono anche il pingue rimborso elettorale) sulla cui utilità ancora in molti si interrogano, solo poche liste potranno accedere ai 71 seggi riservati all'Italia. Certo, in tre mesi possono succedere molte cose ma è fuori di dubbio che nè Salvini, nè Di Maio hanno interesse a ripristinare il sistema elettorale precedente, proporzionale senza alcuna soglia (perderebbero seggi a favore di formazioni più piccole), mantenendo il vulnus al principio di rappresentanza che sta in Costituzione ma di cui da 30 anni a questa parte tutti se ne sono infischiati in nome della governabilità che, per inciso, è un tema che non riguarda affatto l'assemblea di Strasburgo.
Infatti nonostante la probabile flessione di popolari e socialisti democratici, a cui contribuirà l'atteso risultato negativo dei partiti italiani appartenenti ai due gruppi, l' attuale maggioranza parlamentare (e quindi in Commissione) potrebbe formarsi ugualmente con il supporto dei liberali, dati in forte ascesa, e dei francesi Lrem (macronisti).
E' un motivo in più per spiegare agli elettori, specie ai delusi del M5s, che il voto dato ai sovranisti nostrani, in Europa non servirà ad altro che a diminuire il peso politico dell'Italia. Quello che un tempo si chiamava "voto in frigorifero".
(E.P.)