Si è concluso il viaggio apostolico del Pontefice nelle repubbliche baltiche. Dopo Lituania e Lettonia ilPapa è giunto a Tallinn dpve nella Chiesa luterana di San Carlo, ha ascoltato le testimonianze dei giovani presenti all’incontro ecumenico che hanno trovato la fede dopo esperienze di vuoto e difficoltà.
“E’ brutto quando una chiesa, una comunità si comporta in modo che un giovane pensi: questi non mi diranno nulla che serva alla mia vita. Sappiamo – come ci avete detto – che molti giovani non ci chiedono nulla perché non ci ritengono interlocutori significativi per la loro esistenza.
Alcuni, anzi, chiedono espressamente di essere lasciati in pace - ha osservato Francesco - perché sentono la presenza della Chiesa come fastidiosa e perfino irritante. E questo è vero. Li indignano gli scandali sessuali ed economici di fronte ai quali non vedono una condanna netta, il non saper interpretare adeguatamente la vita e la sensibilità dei giovani per mancanza di preparazione, o semplicemente il ruolo passivo che assegniamo loro”.
“Queste sono alcune delle vostre richieste. Vogliamo rispondere a loro, vogliamo, come voi stessi dite, essere una ‘comunità trasparente, accogliente, onesta, attraente, comunicativa, accessibile, gioiosa e interattiva’. Cioè una comunità senza paura: le paure ci chiudono. Le paure ci spingono a essere proselitisti, e la fratellanza è un’altra cosa: cuore aperto, abbraccio fraterno”, ha detto il Papa, secondo il quale “quando una comunità cristiana è vera cristiana, non fa proselitismo, soltanto fa cammino. Ma non impone".
Il Papa si è rivolto ai giovani chiedendo di identificarsi nel Vangelo come nelle narrazioni di Matteo: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, io vi darò ristoro”.