Tensione altissima fra Ucraina e Russia. Kiev denuncia che Mosca ha sequestrato manu militari tre navi della Marina ucraina nello stretto di Kerch, che segna l'accesso al Mar d'Azov dal Mar Nero.
la Russia, dal canto suo, sostiene che le navi fossero entrate illegalmente nelle sue acque. Si tratta di un'escalation senza precedenti, tanto che il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunirà d'emergenza su richiesta dei due Paesi: secondo fonti diplomatiche, Mosca ha chiesto la riunione per le 11 locali, le 17 in Italia.
Proteste si sono verificate davanti all'ambasciata russa a Kiev: un'auto diplomatica è stata data alle fiamme. E il presidente ucraino Petro Poroshenko, accogliendo il parere del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale, ha chiesto al Parlamento di votare oggi pomeriggio sull'imposizione della legge marziale per 60 giorni, garantendo che questo "non costituisce una dichiarazione di guerra" e "non significa in alcun modo che l'Ucraina compierà azioni offensiva". L'approvazione è tutt'altro che certa.
Il Mare d'Azov si trova fra la Crimea, annessa nel 2014 dalla Russia, e l'est dell'Ucraina, teatro di una guerra con i separatisti filorussi. Le tre imbarcazioni in questione - le due vedette blindate Berdiansk e le Nikopol (piccole navi da guerra), e il rimorchiatore Iani Kapu - provavano a entrare dal Mar Nero nello stretto di Kerch, che separa la Crimea dalla Russia e segna l'accesso al Mare d'Azov. L'Ucraina denuncia che una nave della guardia di frontiera russa si è prima avvicinata al rimorchiatore "con azioni apertamente aggressive" e ha poi sparato contro le navi, fermandole tutte e tre; sostiene che lo stretto di Kerch sia stato bloccato da un tanker e che sull'area volassero velivoli dell'aviazione russa. Secondo l'esercito ucraino, su un totale di 23 militari a bordo sei sono stati feriti, uno dei quali in modo grave. La Russia conferma l'uso di armi, accusando gli ucraini di "compiere azioni illegali in acque territoriali russe", riferendo però di tre ucraini feriti e non sei. Kiev respinge la versione di Mosca sostenendo di avere avvertito in anticipo i russi dell'itinerario delle sue navi.
La Russia rivendica il controllo delle acque al largo della Crimea da quando ha annesso la penisola nel 2014. Kiev e gli occidentali, invece, accusano Mosca di impedire deliberatamente la navigazione delle imbarcazioni commerciali attraverso lo stretto di Kerch. Le difficoltà sono comparse con la costruzione da parte di Mosca del controverso ponte di 19 chilometri noto come ponte di Kerch, costruito appunto nello stretto omonimo, inaugurato personalmente da Vladimir Putin. L'installazione di questi archi nel 2017 blocca infatti il passaggio di parte delle navi. Da quest'anno, poi, le guardie russe di frontiera hanno cominciato a fermare delle imbarcazioni, ufficialmente per dei controlli.
Kiev sostiene che Mosca potrebbe spingersi fino a preparare un'offensiva contro Mariupol, ultima grande città sotto il controllo di Kiev nell'est del Paese. La regione orientale dell'Ucraina è controllata da separatisti filorussi: l'Occidente accusa Mosca di sostenerli, ma Mosca continua a smentire. Nel conflitto armato fra separatisti e Ucraina sono morte più di 10mila persone in quattro anni.