Gibilterra. Lo scoglio su cui rischia di arenarsi la Brexit

È su Gibilterra che rischia di arenarsi la Brexit. Questa enclave britannica in territorio spagnolo è un nodo nevralgico in Spagna, nonché una posta in gioco alta a livello di politica interna, il che spiega l'intransigenza del premier spagnolo Pedro Sanchez (foto), che minaccia di far deragliare la Brexit.


La posizione spagnola è la seguente: mettere nero su bianco che che lo status di Gibilterra andrà discusso direttamente da Madrid con Londra, altrimenti la Spagna voterà contro l'accordo nel summit Ue straordinario di domenica. Fonti europee fanno sapere che Gibilterra è l'unico nodo rimasto da risolvere prima del vertice, ma la Spagna chiarisce che la questione è seria: prima di domenica vuole un impegno "scritto" e finché questo non arriverà Sanchez non confermerà la sua presenza a Bruxelles.
Madrid auspica per Gibilterra una sovranità condivisa, nonostante in un referendum nel 2002 gli abitanti dell'enclave abbiano votato contro questa opzione. È anche vero, però, che nel referendum di giugno del 2016 sulla Brexit Gibilterra ha votato al 96% per rimanere nell'Ue. Prima ancora che i negoziati sulla Brexit cominciassero, Madrid aveva ottenuto dai partner la rassicurazione che nessun accordo fra Ue e Londra si sarebbe applicato a Gibilterra senza il suo via libera. Questa clausola, però, non compare nell'ultima versione dell'accordo, il che ha scatenato la collera della Spagna, che chiede che la condizione venga messa nuovamente nero su bianco (in una precedente bozza era presente).
"È una questione che riguarda l'essenza del nostro Paese", ha insistito mercoledì il capo del governo socialista spagnolo. Preso dalla flotta anglo-olandese nel 1704, prima di essere ceduto nel 1713 alla corona britannica in virtù del Trattato di Utrecht, questo territorio di appena 6 chilometri quadrati in cui vivono 30mila persone è in una posizione strategica che permette il controllo dello Stretto di Gibilterra. Madrid lo rivendica da decenni. Il dittatore Francisco Franco ne aveva fatto un nodo centrale della sua politica nazionalista ed è proprio a questo periodo che risale il momento di maggiore tensione per Gibilterra: nel 1969 il regime chiuse la frontiera, in risposta all'entrata in vigore della Costituzione di Gibilterra, dopo che nel 1967 gli abitanti della penisola avevano votato per rimanere sotto la sovranità britannica; il confine riaprì solo 13 anni dopo, sette anni dopo la morte di Franco.
"Non sfugge a nessuno che Gibilterra è un tema di enorme importanza simbolica (e non solo) per la Spagna" che "non ha rinunciato alle sue pretese" anche se "adotta dagli anni '80 un atteggiamento pragmatico", afferma l'istituto di ricerca Elcano. A questo va aggiunto che a maggio 2019 andrà al voto per le elezioni locali l'Anadalusia, regione spagnola con cui Gibilterra confina e da cui quotidianamente si spostano numerosi lavoratori frontalieri.
Questa settimana Londra, Madrid e Gibilterra hanno raggiunto un protocollo di accordo proprio sui lavoratori frontalieri e sul contrabbando di tabacco. Ma "il profilo basso mantenuto finora è valso al governo forti critiche dall'opposizione e dunque è difficile che ceda adesso", afferma l'analista Ignacio Molina dell'istituto Elcano. Poi conclude: "Se Theresa May non capisce che la Spagna è seria, domenica avremo un fallimento clamoroso". (La Presse)