La commissione europea risponderà entro il 21 novembre alla nuova lettera inviata dal governo italiano. È quanto annunciato da un portavoce di Bruxelles, Margaritis Schinas, spiegando che entro una settimana l'Ue renderà nota la sua opinione sulla revisione del documento programmatico di bilancio che è stato aggiornato dal consiglio dei Ministri.
Intanto però alcuni Stati europei hanno manifestato la loro intenzione di richiedere una procedura d'infrazione contro l'Italia, come l'Austria e i Paesi Bassi. Il ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra ha infatti dichiarato: "È poco sorprendente ma molto deludente il fatto che l'Italia non abbia rivisto il proprio bilancio. Le finanze pubbliche dell'Italia sono fuori controllo e i piani del governo italiano non portano una robusta crescita economica. Questo bilancio non soddisfa gli accordi che abbiamo stipulato in Europa. Ho grandi preoccupazioni al riguardo. Spetta ora alla Commissione europea prendere ulteriori provvedimenti". Ma il vicepremier Matteo Salvini non indietreggia: "A Bruxelles ci sono dei grafomani che mandano lettere e noi ne mandiamo altre. Ma non ci muoviamo di un millimetro".
Boccia la decisione di mantenere saldi e stime Pil invariati anche il vicepresidente della commissione Ue Valdis Dombrovkis: "Questi piani italiani sono controproducenti per l'economia italiana stessa. Già ora la percentuale del debito pubblico è circa una volta e mezzo superiore a quello di un anno fa. Ciò è evidente anche nella disponibilità di finanziamenti e nel costo del credito per l ''economia reale', che sta cominciando a influenzare gli investimenti".
"Il governo italiano è legittimato ad aumentare la spesa pubblica, ma a condizione che non ne derivi un onere più elevato sul debito", ha affermato il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann (foto), in un discorso a Berlino. Weidmann, che è anche membro del Consiglio direttivo della Bce, dichiara che "è perfettamente legittimo che un nuovo governo stabilisca nuove priorità politiche" ma "nella misura in cui queste sono associate a spese aggiuntive, sarebbe consigliabile ridurre altre spese o aumentare le entrate". Come riporta Bloomberg sul suo sito, il capo della Buba evidenzia che "al requisito della riduzione del debito non si deve rinunciare".
Weidmann spiega che con l'espansione economica dell'area dell'euro in corso, nonostante un recente rallentamento, e con la politica monetaria che probabilmente non sarà in grado di fornire molto sostegno se ci sarà una prossima crisi, i Paesi fortemente indebitati come l'Italia dovrebbero cogliere l'opportunità per ridurre il loro fardello. "Non condivido l'idea che i problemi di crescita saranno risolti con un debito sempre maggiore, e che l'alto debito non è problematico", dichiara il presidente della Banca centrale tedesca, ricordando che i membri dell'eurozona devono avere "bilanci solidi".