Caos PD. I renziani: Non moriremo Pds. Un sondaggio segnala che gli indecisi sul nome del prossimo segretario sono il 23%


Matteo Renzi e i suoi, “blindati” sBto scorso nel Teatro Nuovo di Salsomaggiore nel parmense, hanno affilato le armi in vista del prossimo congresso. E il dibattito interno- ufficialmente a porte chiuse- è stato  senza filtri, tra autocritiche e frecciate tanto al candidato alla segreteria del Pd Nicola Zingaretti quanto all’ex numero uno dei dem Maurizio Martina.


Uno dei più accesi è stato l'intervento di  Ettore Rosato già Capogruppo a Montecitorio, autore della legge elettorale detta "Rosatellum", oggi Vicepresidente della Camera che, sottolineando la necessità della “nettezza delle proposte” anche per recuperare “il nostro spazio al congresso”, ha detto: “In campagna elettorale abbiamo perso la linea, ma non per colpa di Matteo.
In questi anni- ha continuato Rosato- il nostro Pd è stato un macello: non c’era una giornata in cui non ci fosse un dirigente del Pd che, ancora prima di prendere il caffè, studiava ogni santa mattina come attaccare il governo”. E ancora: “Noi ci siamo fatti torturare tutti i giorni, ora abbiamo bisogno di una casa con regole diverse perché io in un partito così non posso più starci”.
Il mirino si è spostato poi sull’ex segretario del Pd. “A Martina- ha affermato Rosato- abbiamo dato tutto l’aiuto che serve, ma forse qualcuno doveva svegliarsi un po’. Perché il congresso lo facciamo perché c’era qualcuno che dormiva e che poteva essere più reattivo nelle cose, visto che la responsabilità di fare il vice segretario prima, e il segretario poi, non se l’è inventata e qualcuno lo ha messo lì”.
Per Rosato: “Servono regole nuove e più chiare perché ora siamo in un vaso di coccio tra partiti che hanno un proprietario”.
Sul candidato segretario il parlamentare ha concluso: “In passato abbiamo vinto con un’ampia maggioranza, stavolta decidiamo consapevolmente di non presentarci con il nostro ‘pezzo forte’. Io penso che dobbiamo scegliere il segretario tutti insieme, e sono di quelli che sperano che Minniti sciolga la riserva. Ma dovrà essere una persona che parta da quello che abbiamo fatto, che rivendichi le azioni del nostro governo, sia consapevole che dobbiamo recuperare un sacco di voti ma soprattutto sia chiaro nelle scelte e dica in quale campo si gioca”.
Non è andata per il sottile neanche la deputata Alessia Morani: “Il Pd così com’è non è più sufficiente perché il mondo è cambiato. Questo non vuol dire che il partito deve essere sciolto, ma bisogna prendere atto che, sulle istanze su cui era nato, il Partito democratico in questi anni non è stato capace di interpretare i mutamenti”. Anche perché “ci siamo massacrati tra di noi”.
ecco infine una breve antologia di osservazioni che rendono chiarolo stato delle cose all'interno del partito “Il Pd di Zingaretti con indipendenti di sinistra non sarebbe il nostro partito“, “Io non so se in questo congresso senza Matteo Renzi, con cui abbiamo vinto due volte e puntando su una persona che oggi non è presente nella nostra comunità, saremo in grado di rifarlo" E ancora: “se Zingaretti dice che bisogna svoltare penso che in assenza di nuove iniziative politiche da parte nostra non si svolterà alcunchè”.
“Se dobbiamo andare al congresso dicendo ‘se perdo me ne vado’ allora facciamo un altro partito. Noi partecipiamo per vincere”. Se dobbiamo spaccare il Pd, per cortesia, facciamolo sui contenuti le alleanze, i valori e i principi, non in un contesto retrospettivo per fare il mazzo a chi non stava con noi ma per una prospettiva”.
Infine una partecipante alla due giorni, tra le ultime a parlare, ha detto: “Chiedo di non morire Pds. E per favore basta con le analisi delle sconfitte.
Anche se né Minniti (che, atteso, non si è presentato a Salsomaggiore, ingenerando forti malumori tra i renziani) né Martina hanno sciolto la riserva su una loro candidatura, al momento, un sondaggio della società Izi dà ancora in vantaggio Nicola Zingaretti con il 40,4%. A seguire: Minniti che ha il 23,2%; Martina il 18,1%; Richetti il 6,9; Corallo il 4,8%; Boccia il 4 e Damiano il 2,6% ma c’è ancora un 22,8% di indecisi.