MIGRANTI. L'ERETICA VERSIONE DEL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI EMANUELA DEL RE


Si tratta della viceministra degli Esteri, Emanuela Del Re (foto), che pure essendo pentastellata (nessuno è perfetto), a differenza di moti suoi colleghi di partito, ragiona con cognizione di causa essendo sociologa ed esperta di politica internazionale, in particolare di migrazioni e rifugiati, la quale, parlando a Malta ha affermato intanto che l'Italia deve moltissimo all'immigrazione, ricordando come tanti migranti regolari, come gli albanesi, «hanno contribuito realmente ed economicamente al nostro modo di vedere la realtà oggi con trentamila imprese e grande integrazione», poi che l'immigrazione è aspirazione naturale dell'uomo e va protetta. Del Re ha poi affermato che "dobbiamo combattere la narrativa secondo cui le migrazioni sono una minaccia e una fonte di paura".
In altre parole l'esponente della Farnesina ha clamorosamente preso le distanze dalla politica imposta al Governo da Salvini soprattutto quando ha sottolineato che "bisogna trovare nuovi approcci per gestire le migrazioni, passare da quella illegale che favorisce i trafficanti di esseri umani, a quella regolare, controllata e sicura tracciata dal Patto mondiale per le migrazioni firmato all'Onu". Quel Global compact che Salvini ha impedito all'Italia di firmare.
Ora è azzardato sostenere che si sia aperta una breccia nel governo sul tema che è il cavallo di battaglia del capo leghista ma è non lo è ritenere che l'altro vicepremier,ormai da settimane in affanno che cerca goffamente di mascherare, avrà il suo bel daffare per placare la prevedibile ira del collega che della Del Re, sia pure metaforicamente, vorrà bere il sangue. Probabilmente e auspicabilmente a Di Maio non riuscirà di fare derubricare la posizione di Del Re ad un semplice episodio.
Dunque forse non una breccia ma una crepa sicuramente si.
Che è sperabile progredisca e contribuisca a mettere la parola fine alla demenziale, dannosa e disumana strategia di Matteo Salvini.