Germania. Smantellata Rivoluzione Chemnitz, cellula neonazista

Pianificavano attacchi contro gli stranieri, soprattutto sull'onda delle manifestazioni anti migranti a Chemnitz. Con questa accusa sono stati arrestati in Germania sei neonazisti, membri di una cellula che la polizia tedesca ha definito una "associazione terroristica di estrema destra" ribattezzata "Rivoluzione Chemnitz".

La procura anti-terrorismo spiega che la cellula progettava in particolare una "azione", i cui dettagli non sono ancora stati chiariti, da compiere mercoledì .

Sette i membri della cellula smantellata, di età compresa fra 20 e 31 anni. Sei sono stati arrestati lunedì nell'ambito di un'operazione che ha mobilitato un centinaio di poliziotti, con perquisizioni in Sassonia (il Land di Chemnitz) e Baviera. Il settimo invece, ritenuto il capo del gruppo, era già stato arrestato a metà settembre per un caso di disturbo dell'ordine pubblico. Secondo la procura, i sospetti intendevano compiere "attacchi violenti e attentati armati contro stranieri e persone di orientamento politico diverso dal loro" e, per questo, provavano a procurarsi armi semi-automatiche. "Perseguivano obiettivi rivoluzionari mirati a minare lo Stato di diritto democratico", aggiungono gli inquirenti. Tutti i membri della cellula vengono descritti come appartenenti agli ambienti "hooligan, skinhead e neonazi" della regione di Chemnitz, la terza città del Land della Sassonia.

Chemnitz è la città della ex Ddr (all'epoca si chiamava Karl Marx Stadt) teatro a fine agosto e inizio settembre di diverse manifestazioni anti migranti, spesso violente, organizzate dall'estrema destra dopo l'omicidio di un 35enne tedesco, Daniel Hillig, avvenuto la notte del 26 agosto, per il quale furono sospettati due richiedenti asilo.

È in questo contesto che si sarebbe costituito il gruppuscolo 'Rivoluzione Chemnitz', intorno all'11 settembre, cioè immediatamente dopo le manifestazioni violente che hanno scioccato la Germania rischiando di far implodere la Grosse Koalition di governo guidata da Angela Merkel. La cellula smantellata è anche sospettata di avere aggredito "diversi stranieri" a Chemnitz il 14 settembre: una delle vittime è stata ferita alla testa dal lancio di una bottiglia di vetro.

La cancelliera è diventata l'obiettivo principale dei manifestanti in strada, accusata di essere responsabile di un presunto aumento della criminalità a causa degli stranieri a seguito dell'arrivo in Germania di oltre un milione di richiedenti asilo nel 2015 e 2016 grazie alla sua 'politica delle porte aperte'. Merkel aveva denunciato le 'cacce allo straniero' per le strade di Chemnitz affermando che non c'era spazio per questo nello Stato di diritto. Il 7 settembre la smentì l'allora capo dell'intelligence interna BfV, Hans-Georg Maassen, finito poi per questo nella bufera e rimosso dall'incarico.

I nuovi arresti rafforzano la reputazione della ex Germania Est come roccaforte dell'estrema destra. È nei Land orientali di Turingia e Sassonia che nacque alla fine degli anni '90 un'altra cellula neonazista, la Nsu, che fra il 2000 e il 2007 assassinò nove persone, di cui otto di origini straniere e una poliziotta. Due dei suoi membri erano stati trovati morti nel 2011, probabilmente dopo un suicidio poco prima di essere arrestati; l'unica sopravvissuta del trio, Beate Zschäpe, è stata recentemente condannata all'ergastolo. È proprio a Chemnitz che la cellula si nascose nel suo periodo di attività. Dal punto di vista politico, poi, è in Sassonia che il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD) ha il bacino di voti più consistente.