"Davanti a Stati Uniti e Cina, non avremo un futuro se non staremo assieme". L'invito a esporre la bandiera europea il 21 marzo "è chiamare a raccolta tutti coloro che condividono l'idea di rilanciare un destino comune, chiudendo col passato e preparando il futuro. Una chiamata al centro-sinistra, ma anche nel centro-destra ci sono europeisti". Lo afferma l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi che sottolinea: "L'attesa di Usa e Russia per l'indebolimento dell'Europa è forte".
"Guai se non troviamo almeno un momento di unità simbolica", avverte Prodi "Ci sono momenti nei quali una scelta può avviare un processo che segna il nostro futuro: le prossime elezioni Europee sono destinate a richiamare in un contesto più ampio quelle del 1948 in Italia. Chiamano in causa il nostro destino. E ancor prima che essere anti-sovranisti e anti-populisti, dobbiamo essere per l'Europa".
"Siamo dentro una globalizzazione che ci stringe. A questo punto il nostro destino di europei - prosegue - somiglia a quello degli Stati italiani nel Rinascimento: se non ci mettiamo assieme scompariamo dalla carta geografica". "Bisogna battersi per l'Europa. I sovranisti e i populisti non saranno mai in grado di risolvere neppure i problemi che loro stessi denunciano. Sulla questione dei migranti, il sovranismo non permetterà mai un minimo di accordo", rileva Prodi
"Quella dell"aiutiamoli a casa loro" è una menzogna. Non sono in grado e non vogliono attivare nessun piano organizzato in favore dell'Africa". Sui migranti, aggiunge l'ex presidente della Commissione Ue, "siamo davanti ad un'assurda crudeltà. Non si è mai vista tanta indifferenza. L'unica possibilità di uscirne è un risveglio dell'anima umana". "In Libia c'è una guerra folle che dura oramai da lungo tempo. Ancora una volta - conclude Prodi - le divisioni europee stanno pesando: ognuno fa i suoi giochini, fornendo appoggio a questa o a quella fazione".