La domanda ricorrente, anche tra persone di diverso indirizzo politico e tuttavia animate dalle migliori intenzioni riguardo al governo dell'Italia, da tempo è ormai la stessa, ovvero come sia stato possibile che la maggiornaza relativa degli elettori abbia affidato le sorti della settima potenza industriale del mondo, nazione tra le fondatrici dell UE, a un movimento parapolitico nato dall'incontro tra un comico e un inquietante personaggio (defunto) portatore di argomenti sul futuro ordine mondiale da fsr accapponare la pelle e gestito dal figlio di costui che ha imposto la sua s.r.l. come motore organizzativo, soprattutto da un giovanotto senza nè arte nè parte che ogni volta che apre bocca, su qualsiasi argomento riesce non a far sorridere, visto il ruolo apicale che riveste ne governo, ma a lasciare basiti gli ascoltatori. Per ora,almeno a leggere i sondaggi, pare una domanda retorica.
Sicuramente tuttavia le quotidiane esternazioni di Luigi Di Maio saranno in futuro materia di studi per storici e psicoanalisti che forse riusciranno a spiegare ai posteri come il nostro paese malinconicamente e scientemente tornato ad essere, per citare il sommo Dante, "Italia di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta".
In politica estera, dopo le brutte figure rimediate con, la Commissione europea, l'inutile conferenza sulla Libia di Palermo, il rifiuto di firmare il Global compact sull'immigrazione, ci mancava pure il caso Venezuela con la levata d'ingegno di mettere il veto sulla risoluzione UE a sostegno di Juan Gaudiò. L'ispiratore di codesta ultima scelleratezza è lui Luigi Di Maio, che solo due anni fa dichiarava che il presidente del paese sudamericano era un certo Augusto Pinochet (golpista, dittatore del Cile morto nel 2006).
In politica interna, il dicastero che dovrebbe guidare, lo sviluppo economico, alla luce di quanto appreso sulla crescita zero, non è pervenuto mentre il nostro a proposto del Tav Torino Lione, infrastruttura strategica per il futuro dell'Italia, seguita a dire che non s'ha da fare, arrivando a sostenere che i denari che si risparmirebbero potrebbero essere investiti sulla Asti Cuneo!
Che dire poi del prof. Giuseppe Conte che nella sua veste di premier, nel giorno in cui viene certificato lo stato di recessione dell'Italia, e in cui lo spread risale a 260 punti, innanzi ad una preoccupata platea di operatori del mondo cooperativo arriva a dire che "il 2019 per l'Italia sarà un anno bellissimo"?
Ci troviamo di fronte a due personaggi che, escludendo che assumano sostanze dopanti, sembrano vivere in un mondo parallelo, surreale, due emuli di Mr Magoo, completamente scollegati con la realtà, ostaggi dei loro demenziali titoli che ripetono (e fanno ripetere ai fedelissimi portavoce) come mentra, grondanti di ottimismo e di autocompiacimento.
Purtroppo non resta che attendere l'esito delle prossime diatribe con Salvini, peraltro già apparecchiate, per capire se codesta sciagura che l'Italia sta vivendo, che si chiama governo gialloverde, potrà terminare quanto prima.
Se così non sarà, saremo solo all'inizio di un tunnel di cui sarà difficile vedere una rapida fine.