THE DAY AFTER DEL DUO DISFATTA

L'Avv. Giuseppe Conte, il Presidente del consiglio dei ministri può a buon diritto rivendicare a sè, insieme al Ministro Tria, il merito di avere evitato, mediante quella che lui chiama una mediazione, in realtà trattasi di una resa con poche condizioni, la procedura d'infrazione all'Italia.
Almeno per il momento. A Bruxelles alla fine non c'è stata una bocciatura ma neppure una promozione.
Rimandati a gennaio e sotto stretta osservazione, come ha spiegato il puntuto vicepresidente lettone della Commissione Valdis Dombrovskis (foto).
Che tradotto significa: se a gennaio i conti non torneranno il governo italiano dovrà procedere ad una manovra aggiuntiva.


Conte ha rivendicato di aver difeso Reddito e Quota100 ma a che prezzo! Basti pensare solo al taglio di tre miliardi agli investimenti (addio crescita!).
La domanda è d'obbligo: qual è stata la ratio, a che cosa è servito ingaggiare un conflitto durissimo con Bruxelles, festeggiare il 2,4% sul balcone per scendere al 2% con le stima di crescita all' 1%? Se tra gennaio e febbraio dovesse arrivare una richiesta di correzione dei conti,il governo dovrebbe procedere ad una manovra correttiva a ridosso delle elezioni europee, con il rischio concreto di procrastinare ulteriormente tanto quota 100 quanto il reddito di cittadinanza.
A gennaio inoltre riprenderanno le aste dei titoli di Stato.
Quaranta miliardi al mese da collocare, senza l' ombrello del Quantitative Easing della Bce e con uno spread che per ora non è che sia sceso molto.
Da pochi giorni della sicumera dei due Vicepremier non c'è quasi più traccia.
Ieri in Senato, per la prima volta dell'insediamento del governo gialloverde, non hanno presenziato allo speeech dell'avv.Conte.
Per il Duo Disfatta è stata una giornata difficile.
Salvini ha organizzato i saluti di Natale a Milano vestito da agente di Polizia (!) e al di la di una velata minaccia all'Europa a cui non crede più neppure lui, ha fatto intendere che seguiterà a premere il pedale dell'acceleratore sul tema sicurezza e sulla caccia agli immigrati. Argomenti che, sic stantibus rebus, poco interessano all'elettorato del nord, alle partite IVA e già che ci siamo agli imbufaliti NCC e conduttori di Taxi in rivolta contro l'imbelle Ministro Toninelli.
Quanto a Di Maio, già logorato dalla guerra interna al M5s, dagli evidenti limiti mostrati alla guida del Dicastero del Mef è sparito dai radar.
Oggi i due, dopo l'assordante sienzio di ieri, ostentano sicurezza (non potrebbero fare altrimenti) ma entrambi sono consapevoli di essere usciti dalla trattativa con la Commissione seriamente lesionati e in grave deficit di credibilità presso l'elettorato, se è vero che gira un sondaggio che segnala entrambi i partiti di riferimento in caduta rovinosa, molto al di sotto degli strabilianti numeri di poche settimane fa.
E' il destino di sovranisti e populisti: se prometti e poi non mantieni perdi consenso con la medesima velocità con cui lo hai acquisito.
Intanto pare che, anche se per ragioni diverse, anche "l'amico"di Salvini Viktor Orban in Ungheria non se la passi tanto bene.
Finalmemte, almeno dall'Europa, arrivano anche buone notizie.
In Italia, visto lo stato dell'opposizione, invece occorre aspettare.