IMPREVEDIBILI TRAIETTORIE

 Non si può certo menar scandalo per il fatto che il Governo porrà la questione di fiducia alla Camera sull'indecente decreto sicurezza immigrazione. L'uso di un strumento previsto dai regolamenti parlamentari per creare una corsia preferenziale ai decreti e soprattutto per blindarli, mettendoli al riparo da incoerenze e/o stravolgimenti è del tutto legittimo e tutti i governi ne hanno fatto largo uso.
Il Pd, che sulla questione ha sollevato una polemica tanto fragorosa quanto sterile, as usual, interpreta il ruolo dell'opposizione in modo estemporaneo e poco efficace.
Sin dall'inizio dell'iter era chiaro a tutti che il Truce Salvini avrebbe fatto carte false per portare a casa la legge, senza modifiche migliorative, ossessionato com'è dalla crociata che ha lanciato contro i migranti e contro tutto ciò che parla di accoglienza e integrazione.


Non si è impressionato nè di fronte agli accorati appelli che chiedevano un ripensamento e una rimodulazione di taluni articoli del decreto e neppure di fronte al documento diffuso dall'Alto Commissariato per i diritti umani dell'Onu in cui si parla dell'Italia di un Paese dove vi è un clima d'odio verso i migranti e verso chi li aiuta.
Anzi, appena può va nelle piazze a tenere comizi incendiari allo scopo di aizzare la gente e tenere alta la tensione contro i migranti.
Muovono i suoi atti il suo ben noto razzismo (prima solo domestico, ma molti cittadini del Mezzogiorno lo hanno dimenticato, poi globale) e la consapevolezza che la sua politica aggressiva,di stampo nazionalistico, xenofobo e (diciamo così) euroscettico piace, oh se piace, ad una larga fetta di elettorato e, occorre riconoscerlo, una non comune abilità a fiutare il vento e a cavalcare con scaltra spregiudicatezza le emergenze, vere o presunte che siano. Non a caso l'ultimo sondaggio gli assegna una stima di consensi di oltre il 36%.
Quando il Pd,e quel che resta del centrosinistra, capiranno che sarebbe ora di abbandonare antiche liturgie autoreferenziali e muovere da un vero e proprio nuovo inizio, magari offrendo un forte sostegno politico alle Ong,tre delle quali sono tornate a presidiare il Mediterraneo centrale, sarà sempre troppo tardi.
Un problemino, fortunatamente, sembra tuttavia avercelo anche il M5S, il cui capo politico, a differenza del brutale partner, sta mostrando tutti i limiti che ai più erano apparsi chiari sin dal suo esordio nell'agone politico. Oltre alla conclamata ignoranza, il giovanotto sta maldestramente conducendo la nave pentastellata navigando a vista, affiancato da uno stato maggiore ridicolo (si pensi a gente come Toninelli, Bonafede e Giulia Grillo), incartandosi alle prime difficoltà, collezionando strafalcioni e brutte figure, con un equipaggio che mostra segni di insofferenza abbastanza preoccupanti. Se 5 senatori e 18 deputati, sia pure con modalità ed enfasi diverse, hanno fatto sentire chiaro e forte il loro dissenso sui temi legati ai diritti umani, significa che la gabbia dorata dei gruppi parlamentari sempre gabbia è e non tutti gli eletti paiono orientati ad interpretare il ruolo di meri esecutori degli ukaze di Giggino e Casaleggio, anche a costo di qualche rischio.
I 18 deputati ieri hanno piegato il capo un pò ignomignosamente, ritirando gli emendamenti volti ad evitare il traumatico smantellamento degli SPRAR e a rimodulare in senso migliorativo alcuni punti del decreto Salvini ma è di tutta evidenza che il clima nei gruppi parlamentari è cambiato considerato che molti dei loro componenti sono guardati in cagnesco ed emarginati.
In effetti, il contratto di governo ha portato benefici alla Lega e non pochi guai al M5S, ormai ufficialmente alle prese con un calo di consensi costante ed inesorabile, anche grazie alle pessime performances delle sindache Appendino e Raggi. L'ultima rilevazione colloca i grillini di quasi 10 pinti percentuali sotto la Lega.
Sarebbe un'ottima ragione perchè il centrosinistra uscisse dall'angolo e facesse sentire chiara e fortela sua voce. Purtroppo sappiamo che almeno fino alle europee non avverrà, se mai avverrà.Troppo impegnato il Pd a regolare i conti interni, troppo poco spendibile Renzi che, non a caso, starebbe maturando l'idea di fondare un nuovo partito. Sarebbe l'ennesimo e, anche se partirebbe con un cospicuo tesoretto di consensi, metà dei quali sottrarrebbe al Pd, avrebbe la strada tutta in salita.
Anche perchè se, come è verosimile, l'esito elettorale delle europee sanzionerà una clamorosa vittoria della Lega e un sensibile ridimensionamento del M5s lo scenario politico italiano sarà destinato verso imprevedibili traiettorie.