Il muro del silenzio sul caso Sea Watch è stato issato dal governo persino davanti ai magistrati minorili, che hanno trasmesso alla procura di Catania le prove della violazione «certamente commessa» a danno dei migranti minorenni. Situazione simile al caso caso Diciotti, su cui mercoledì il Senato voterà l’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona.
A confermarlo è il magistrato etneo Caterina Ajello, che aveva ripetutamente espresso la preoccupazione per l’omesso sbarco immediato dei ragazzini che a gennaio sono stati trattenuti a bordo della nave umanitaria per quasi due settimane. Lo aveva fatto con una lettera, segnalando i diritti di questi minori stranieri che non potevano essere esercitati se non dopo lo sbarco, e non abbiamo ricevuto risposta né comunicazione di sorta neanche dall’autorità di pubblica sicurezza in sede locale. Secondo il procuratore Ajello non ci sono dubbi: “Sotto il profilo dei minori sicuramente c’è stata una violazione, che automaticamente questa costituisca reato è da vedere e comunque non sono io a dovermene occupare”.Il colloquio con Caterina Ajello suscita molte domande. La procura minorile di Catania diventa formalmente competente il 25 di gennaio, quando la nave viene fatta accostare nel “porto rifugio” di Siracusa, territorio su cui ha competenza il tribunale dei minorenni di Catania, dove poi avverrà lo sbarco l’1 febbraio. Il Tribunale dei minori aveva assegnato i ragazzini al Comune di Siracusa, che aveva individuato le strutture d’accoglienza. Senza preavviso, però, la Sea Watch viene trasferita a Catania, dove sbarcheranno i 47 naufraghi tra cui i 15 adolescenti, in fretta e furia assegnati ad altre comunità del capoluogo etneo. Da questo momento gli atti dell’inchiesta passano da Siracusa, dove aveva aperto un fascicolo il procuratore Fabio Scavone, alla procura di Catania guidata da Carmelo Zuccaro. Il procuratore generale Roberto Saieva ha confermato di avere ricevuto il fascicolo dalla procura dei minorenni, ma non ha voluto né suffragare né smentire di aver assegnato il caso al procuratore Zuccaro, a cui spetta di esercitare l’azione penale. Spetta infatti alla procura valutare se il mancato rispetto della Legge Zampa, così come denunciato da Caterina Ajello, sia un reato penalmente rilevante. Se confermato, dovranno essere indagati i vertici dei ministeri coinvolti e i funzionari che hanno operato in quei giorni.